Anche quest’anno Gusto Kosher, l’iniziativa dedicata all’enogastronomia ebraica nella cornice dell’antico ghetto di Roma, vede coinvolta la vicina Galleria Edieuropa che per l’occasione ha deciso di aprire una piccola finestra sulla cosiddetta Scuola di Piazza del Popolo con una selezione di opere su tela e su carta dei tre protagonisti e ispiratori: Mario Schifano (Homs, Libia 1935- Roma, 1998), Tano Festa (Roma, 1938-1988), Franco Angeli (Roma, 1935-1988). Proprio una scuola non fu, ma piuttosto un sodalizio di spiriti affini. Ricordiamo, tra questi, i nomi di Giuseppe Uncini, Francesco Lo Savio, Giosetta Fioroni, Sergio Lombardo, Jannis Kounellis, Renato Mambor, Pino Pascali, Cesare Tacchi. Artisti eterogenei per formazione e sensibilità che, nei primi anni ‘60 gravitavano attorno al Caffè Rosati ed alle Gallerie la Tartaruga di Plinio de Martiis in Via del Babuino e La Salita di Gian Tomaso Liverani a Piazza di Spagna. Con un denominatore comune nell’attenzione da essi rivolta agli ultimi fermenti newyorkesi: dall’Espressionismo Astratto all’Action Painting, alla Pop Art, che divenne – quest’ultima – in qualche modo la koinè della loro matrice estetica tanto che spesso ancora oggi li si addita – forse semplificando, per amore di etichetta – qualificandoli come la Pop Art italiana.
Tano Festa, Da Michelangelo, 1978, smalti su tela, cm 80×60
Ci troviamo all’interno della galleria e i toni acidi degli smalti di Festa calamitano il nostro sguardo vigile. Scorgiamo una maniglia applicata a una tela: un oggetto d’uso comune privato del proprio significato domestico acquista attraverso l’arte uno status insolito, quasi un invito a ripulire l’occhio dalle scorie opacizzanti dell’abitudine. Ora ci viene incontro un altro smalto, questa volta con una citazione michelangiolesca: perché siamo a Roma e qui la Cappella Sistina è pop come la coca-cola lo è negli States. Angeli invece è avvinto alla politica. Simboli nazisti, comunisti, stelle americane compaiono nei suoi quadri come su muri sbrecciati che raccolgono – oggi come ieri – lo sfogo meccanico di un’umanità confusa. Eccoci quindi di fronte ad un Paesaggio anemico di Schifano, senz’altro l’esponente di spicco della “Scuola”, che- racconta chi lo ha visto all’opera – era solito portare a compimento un quadro con una rapidità non comune. Ma spesso, come in questo caso, l’atto di volontà creativa, esaurisce la propria dinamica nel gesto pittorico consegnando alla tela un’immagine consapevolmente spossata, esausta, anemica appunto. Pacata metafora di una disillusione esistenziale? Decisamente pop è lo smalto su tela emulsionata raffigurante un televisore acceso su un notiziario, soggetto ricorrente e allusivo – si direbbe – di una drammatica abdicazione del mezzo pittorico dinanzi al medium popolare per antonomasia. Oppure – ci piace immaginare- tacito, forse inconsapevole, omaggio al genio di McLuhan, il teorico del “villaggio globale”, raffinato indagatore dell’universo della comunicazione, che scrisse e ribadì: “Il medium è il messaggio”.
Luigi Capano
mostra visitata il 24 novembre
Dal 12 novembre al 16 dicembre 2017
Un po’ pop. Angeli, Festa, Schifano
Galleria Edieuropa QUI arte contemporanea
Piazza Cenci 56, Roma
Info: tel. 06 64760172, e-mail edieuropa@tiscali.it
www.galleriaedieuropa.it