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inconfondibile di Daniele Puppi (Pordenone, 1970; vive a Roma e Londra), si sente sin
dalle scale che conducono nel settore del Novecento della Galleria Nazionale
romana. Come il richiamo del pifferaio magico, basta seguirlo per raggiungere Fatica
n. 23, l’inedito
lavoro realizzato appositamente per gli spazi capitolini e presentato in
occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2010.
Giunti davanti all’opera, la reazione è controversa e
divide il pubblico. Per coloro che restano ipnotizzati (statisticamente,
bambini e donne) è inevitabile il completo coinvolgimento emotivo, per la forte
sollecitazione sensoriale messa in campo dall’artista. Reazioni diverse anche
per età e per sesso, che tuttavia interessano il friulano.
Un corridoio, solitamente chiuso, adibito a collegamento
tra due settori del Novecento e utilizzato come deposito di opere
contemporanee, è diventato il luogo di ricerca e d’attività di Puppi.
Volutamente lasciato “sporco”, anche le casse delle opere qui conservate
contribuiscono a costruire la giusta scenografia dell’azione performativa.
L’installazione video-sonora, realizzata attraverso una
spinta sperimentazione tecnologica, si presenta con un equilibrio perfetto.
Battiti eccezionali creano un forte pathos, una sorta di sospensione fino
all’esplosione finale che turba profondamente gli spettatori. Ipnotizzato dai
quasi ritmici balzi, il visitatore è totalmente colto alla sprovvista
dall’improvviso e inaspettato tonfo “conclusivo”.
Una prospettiva a cannocchiale, che immediatamente rimanda
a quelle bramantesche (San Satiro a Milano) o borrominiane (Palazzo Spada a
Roma), concorre a creare una visione simile al riflesso “dello specchio del
barbiere”, perché l’immagine di fondo, pressoché infinitamente piccola, è
quella speculare della grande porta d’accesso donde l’astante osserva il
lavoro.
In primo piano, infinitamente grandi, i piedi dell’artista
(è la seconda volta che si vedono) che saltano, nel “corpo a corpo con
l’architettura”
(da qui il titolo Fatica solitamente utilizzato per la sua produzione artistica). Una doppia,
anzi tripla proiezione fuori scala che conferisce al lavoro un’indubbia
tridimensionalità, altrimenti negata dalla natura stessa della riproduzione, che
crea quindi uno spazio altro, percettivamente diverso dall’originale, per
l’appunto uno “spazio percettivo”, come lo definisce lo stesso Puppi.
E, al momento dell’improvviso e tonante tonfo vibrante,
quei piedi invadono completamente lo spazio e si proiettano su due schermi
laterali (come se nuovamente Alice si fosse ingrandita nella casina),
vicinissimi alla porta d’ingresso, quasi all’altezza dello spettatore
(infinitamente piccolo), che diventa parte integrante del lavoro.
Puppi
e il paesaggio italiano
daniela trincia
mostra visitata il 25 settembre 2010
dal 25 settembre al 17 ottobre 2010
Daniele Puppi – Fatica n. 23
GNAM – Galleria Nazionale
d’Arte Moderna
Viale
delle Belle Arti, 131 (zona Parioli) – 00196 Roma
Orario:
da martedì a domenica ore 8.30-19.30 (la biglietteria chiude alle ore 18.45)
Ingresso:
intero € 10; ridotto € 8
Catalogo
Sivana Editoriale
Info:
tel. +39 0632298221; fax +39 063221579; gnam@arti.beniculturali.it; www.gnam.beniculturali.it
[exibart]
Bravo Puppi. Lavoro bellissimo, geniale.
Concordo pienamente, lavoro geniale!!!
Boom Boom SbadaBOOOM…..Impressionante!!!