14 ottobre 2014

Fino al 18.I.2015 I bassifondi del Barocco Villa Medici, Roma

 
La grande bruttezza. Miserie e splendori di Roma. A Villa Medici è di scena il 600, con i suoi vizi, le perversioni e i "ragazzi di vita". L'altro volto del Barocco -

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A seguito della mostra a Palazzo Venezia che ha svelato i contorni della vita e dell’arte di Caravaggio e seguaci, la Francia svaligia il cassetto del Barocco nascondendo trionfi e ricchezze e tirando fuori il brutto e il deforme, gli angoli più fatiscenti della città  dove vivevano artisti maledetti tra vino, orge, bari e mezzane.
Le due curatrici, Annick Lemoine e Francesca Cappelletti, sostenute dal direttore Eric de Chassey, scalzano Bernini e Pietro da Cortona, Poussin sparisce, e ritrovano invece, con buona pace di Caravaggio, le smorfie, le taverne sozze, i buveurs. Risse per le strade o furti a mano lesta, giochi di carte e truffaldini a giro.
Roeland van Laer, Bentvueghels in un’ osteria romana, 1626-1628, olio su tela, Museo di Roma – Palazzo Braschi
È l’arte del 600, quella di una Roma cosmopolita e cauda mundi che vede intrecciarsi accanto ai Carracci e al classicismo, la scuola dei Bent e dei “bamboccianti”. Oltre a Caravaggio e Bartolomeo Manfredi esisteva dunque, (è  l’obiettivo della retrospettiva) tutta una comunità di artisti stranieri, anzitutto fiamminghi, tedeschi, spagnoli e francesi, che abitava le vie più degradate della città e che al fasto preferiva l’osteria, al papa il dio Bacco. 
L’esposizione, che conta più di 50 opere realizzate a Roma nella prima metà del XVII secolo, inizia sotto i  migliori auspici, si brinda con il dio dell’ebbrezza.
L’opera di Bartolomeo Manfredi, intrisa di una forte  sensualità, è del 1621-22. Bacco e un bevitore, ci inizia attraverso un rito dionisiaco ai piaceri del bicchiere e invita con un gioco di sguardi e ammiccamenti a godere del momento.
Segue uno dei più bei tableaux vivants (è anonimo) in mostra, Cerimonia di ammissione, viene dal Rijiksmuseum di Amsterdam e celebra l’ammissione di un nuovo membro tra i Bent (i Bentveughels o uccelli della banda). Dal battesimo del vino all’orgia, al pellegrinaggio finale a Santa Costanza, che ai tempi, si credeva fosse luogo pagano, i pittori della Bent, giovani e senza mogli, rovesciavano i riti delle accademie artistiche, deridendo e insultando le istituzioni anche attraverso la scelta dei soggetti: gesti volgari e grasse risate.
Persino Lanfranco, il poeta della Galleria dei Farnese, si trasforma in vecchio sporcaccione e mette i baffi a Venere. L’olio, in collezione privata, rappresenta un Giovane nudo sul letto con un gatto, la tenda nera nello sfondo è semichiusa (indice che si metteva per tenerla nascosta), l’uomo sorride. Tutto è sorprendente, soprattutto se come vedremo più avanti, non sono solo un popolo sconosciuto e volgare a fare da sfondo ma piuttosto artisti colti,  personaggi di una Roma papalina che stentiamo a riconoscere.
Il secolo che si era aperto con il rogo di Giordano Bruno a Campo dei Fiori e la tragedia dei Cenci a Castel Sant’Angelo; continua con un episodio  tragico e fondamentale per gli artisti stranieri: il 28 maggio del 1606 Merisi uccide Ranuccio Tomassoni.
La sua vicenda da quel momento prenderà una brusca accelerata. Le diverse fughe in Sicilia, a Napoli e a Malta sono accompagnate da quadri e commissioni che Caravaggio lascia un po’ ovunque agendo quindi da modello perché l’arte rivoluzionaria di Caravaggio, soprattutto i Bari o la Buona Ventura sarà presa come una eredità per i nuovi pittori, che tra Utrecht e Napoli imprimeranno al caravaggismo una cifra personale. 
Quelli in mostra non sono che pochi dei gesti, scene distorte, invenzioni, fatti e misfatti di tutta una lunga serie di  opere che ritraggono risse, decapitazioni, peripezie e omicidi, di quel 600 barocco anche detto la peste del gusto.
La panoramica che si offre  oggi è quella di una città Eterna ribaltata, “alla rovescia”, non solare ma oscura ma non per questo ritratta da un’arte meno nobile o sublime. C’è sempre un immaginario intellettuale dietro che rappresenta un’importante presa di posizione nei confronti dell’arte ufficiale dei palazzi e delle accademie. Quel che è interessante è che questo paradossalmente succede qui all’Accademia di Francia, proprio dove è nato il Prix de Rome e dove ancora borsisti stranieri vengono selezionati per studiare i modelli dell’antico.
Anna de Fazio Siciliano
mostra visitata il 6 ottobre

Dal 7 ottobre 2014 al 18 gennaio 2015
I bassifondi del Barocco. La Roma del vizio e della miseria.
Accademia di Francia a Roma – Villa Medici 
Viale Trinità dei Monti, 1 00187 Roma 
Info: T. +39 06 67611 / standard@villamedici.it

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