A parlare di società “
dual sex”, fondata cioè tanto sul comunismo quanto sul consumismo, è Zhu Qi, curatore insieme a Morgan Morris di
Cina XXI secolo. Arte fra identità e trasformazione: “
Il sogno del consumo è propugnato dalla concezione positivista secondo cui consumare significa avviarsi verso un futuro nuovo e luminoso”, precisa Morris. È questo, quindi, il presente-futuro che respirano gli artisti -tutti di un’età compresa fra i trenta e i quarant’anni, con l’eccezione di
Wang Du– scelti a rappresentare il loro Paese.
Nella sua complessità, la rassegna al Palazzo delle Esposizioni è concepita proprio per offrire una visione trasversale di questa realtà contraddittoria, anche attraverso gli incontri letterari (curati da Maria Rita Masci) con gli scrittori Mian Mian, Yu Hua e Su Tong. Altrettanto fondamentale è la retrospettiva sul cinema indipendente cinese (a cura di Marco Müller, il direttore della Biennale di Cinema di Venezia), con capolavori come
The Days di
Wang Xiaoshuai.
Pagine di storia continuamente cancellate e riscritte, l’oblio e il ricordo in un’altalena surreale, con un grande modello a cui guardare: l’Occidente.
Yan Lei gira a Roma il video del concerto -organizzato per l’occasione al Mattatoio- dei Brain Failure, band punk cinese connotata da sonorità già sentite e da look già visti dalle nostre parti, ma senz’altro carichi di voglia di novità per i loro protagonisti.
Nelle fotografie di
Weng Fen, dando le spalle allo spettatore, le teenager guardano dall’alto la foresta di grattacieli e gru sulla linea dell’orizzonte di Pechino o Shanghai, mentre c’é chi fa curiose acrobazie sulle due ruote in movimento, come nel racconto di
Yang Zhenzhong. In questa corsa verso il domani si perdono i valori e i contenuti sono sempre più svuotati. Personaggi distanti, intrappolati dalla solitudine, forse troppo presi da se stessi. Ancora una volta, giovani donne che si aggirano alienate nel tunnel della metropolitana, tra i cumuli di macerie o le pubblicità di un centro commerciale nei light box di
Yang Yong.
È un concentrato di umanità letteralmente messa a nudo (è da poco, tra l’altro, che la censura cinese è meno rigida nei confronti della rappresentazione del nudo) la splendida immagine fotografica di
Wang Qingsong intitolata
Dormitory. Non sfugge, in primo piano, una citazione del
Violon d’Ingres di
Man Ray. Rimanendo in tema di citazioni iconografiche,
Prima mangia di
Liu Xiaodong è un’Ultima Cena dal sapore laico, dipinta nello stile del “
realismo sintetico”. Xiaodong ha coinvolto tredici modelli di età differenti, che dal 4 febbraio fino al giorno dell’inaugurazione hanno realmente banchettato nel Forum di Palazzo delle Esposizioni.
In minoranza le quote rosa, rappresentate tuttavia da
Cao Fei, protagonista anche alla 52esima Biennale d’arte di Venezia. Per
RMB City. A Second Life City Planning by China Tracy, Fei ricorre -com’è nel suo stile- alla tecnica digitale per coinvolgere chi guarda nella realtà virtuale in 3d. Nel video, con musica accattivante e colori brillanti, RMB City è una città-giocattolo che emerge dalle acque (o ne viene sommersa?). Tutto è in movimento: treni che volano, stelle dorate che prendono commiato dalla bandiera rossa, fumi densi, la statua di Mao nelle acque, un panda sospeso nell’aria. Finché la notte non si porta via il giorno, illuminata dai fuochi d’artificio.
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basta cina e cinesi! guardate all'arte italiana che abbandonate.
artisti italiani significa oggi cani abbandonati a se stessi e poi volete fare le marchette con i cinesi .
dovevate nascere tibetani tutti!