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«Due labbra. Fumo bianco e nero e un solo colore rosso. Quante parole saranno uscite da questa bocca, in fondo?» Così descrive Smoker #3 (2003) di Tom Wesselmann Amy (Winehouse) una delle 5 “partner-audio” che insieme a John, Coco, David e Lilly, accompagnano il visitatore nel percorso espositivo raccontando con un linguaggio molto diretto e colloquiale il loro punto di vista sulle opere esposte. Opere di artisti del calibro di Vanessa Beecroft, Francesco Clemente, Nathalie Djurberg e Hans Berg, Tracey Emin, Gilbert & George, Robert Indiana, Ragnar Kjartansson, Yayoi Kusama, Mark Manders, Ursula Mayer, Tracey Moffatt, Marc Quinn, Joana Vasconcelos, Francesco Vezzoli, Andy Warhol, sono raccolte alla mostra “LOVE. L’arte contemporanea incontra l’amore” visibile fino al 19 febbraio 2017 al Chiostro del Bramante a Roma. «L’arte è sempre una grande dichiarazione d’amore», parole di Danilo Eccher, curatore della mostra, che spiega come l’amore abbia da sempre avuto bisogno di rappresentazione: «nelle tragiche immagini di una crocifissione, nel commovente abbraccio del Sarcofago degli sposi al Museo Etrusco di Villa Giulia, nello spettrale biancore del cadavere di Cristo del Mantegna alla Pinacoteca di Brera, nella drammatica e segreta verità della Zattera di Géricault, o ancora, nella sconvolgente testa del figlio di Quinn realizzata con il sangue e la placenta della madre».
Il percorso inizia proprio con l’opera LOVE (1966-1999), un quadrato di lettere che Robert Indiana ha tracciato agli inizi degli anni Sessanta e che da allora continua a rappresentare l’icona più forte e suggestiva di un’immagine che si fa parola, che invade lo spazio, che espone l’essenza dell’arte stessa come la sua celebre opera HOPE.
La mostra ripercorre quelle che sono le fasi dell’amore attraverso i protagonisti dell’arte contemporanea. Chi non ha provato una forte attrazione nei confronti della carica erotica esercitata dalle sensuali labbra di Tom Wesselmann che rappresentano lo stato di potere elettrizzante dell’amore.
Tripudio abbagliante di luci e colori che rasentano l’inganno nei fiori delle opere di Marc Quinn capaci di ingannare e celando la tragica fine del tempo tiranno. Bellezza dell’amore che custodisce la fine dell’incanto.
Ironico e pungente il citazionismo di Francesco Vezzoli che nell’opera Self Portrait as Apollo del Belvedere’s (Lover) si beffa dell’amore e ricrea la bellezza femminile marmorea della statuaria romana imperiale attraverso le icone della cinematografia che poi si trasformano in un grottesco e nauseante mondo teatralizzato nei video di Nathalie Djurberg e Hans Berg.
Amare significa anche partecipare, esserci. Come nell’opera di Yayoi Kusama che chiede a chi “entra” nella sua recentissima Infinity Mirrored room, All the Eternal Love I Have for the Pumpkins (2016), di lasciarsi avvolgere da uno spazio ripetuto all’infinito in un caotico gioco di specchi e allucinati paesaggi di zucche. Unica regola non ruotare il proprio corpo ma rimanere con gli fissi e puntati dritti davanti a sé. Impossibile resistere. Simbolo di un amore travolgente.
A completare il caleidoscopico quadro di sensazioni Coração Independente Vermelho #3 (PA) [Red Independent Heart #3 (AP)] il gigantesco cuore fatto di posate di plastica rosse di Joana Vasconcelos con la voce di Amalia Rodriguez che canta l’incanto del fado.
Si contrappone così l’armonia della musica alla cantilena della tristezza, l’immagine simbolica dell’amore alla quotidianità ripetitiva raccontata dalle posate di plastica con cui la Vasconcelos rende gli aspetti più tormentati dell’amore domestico: la monotonia.
Sara Marvelli
mostra visitata il 5 novembre
Dal 29 settembre 2016 al 19 febbraio 2017
LOVE. L’arte contemporanea incontra l’amore
Chiostro del Bramante
Via arco della pace 5, Roma
Orario: Tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00
Sabato e domenica dalle 10.00 alle 21.00
Info: www.chiostrodelbramante.it