Il titolo della mostra evoca e coglie sapientemente il nodo centrale di tutta l’arte di Hans Hartung (Lipsia, 1904 – Antibes, 1989): il “segno” è infatti senza alcun dubbio la radice e l’elemento fondante di tutta la sua opera, basata sulla libertà del gesto e un solido rapporto tra le campiture di colore e quelle libere. «L’oggetto della sua ricerca è infatti l’origine del segno, ma non il senso originario del segno, bensì l’atto che lo produce» diceva Giulio Carlo Argan. Fin dai primi esperimenti, emerge in Hartung una naturale attitudine al cenno astratto: già dagli anni ’20 infatti, la sua arte è aniconica e tesa verso un’astrazione radicale, per esprimere sensazioni pure, attraverso un gesto energico e ritmato seppure non istintivo.
La progettualità del Bauhaus non gli interessa e, quando nel 1933 Hitler diventa Cancelliere, Hartung abbandona la Germania alla volta della democratica e vivace Parigi. Dopo una lunga pausa dovuta alla guerra, ritorna in scena con una pittura veemente e ribelle, fatta di “graffi” nervosi, con i quali si propone di trasmettere allo spettatore il proprio stato emozionale.
In Hartung la realtà rifugge dall’immagine, ma trova incarnazione e rappresentanza in un nuovo linguaggio, fatto di linee e/o macchie di colore, ma denso di sensazioni. Grande è il contributo dato da Hartung alla grafica, attraverso l’utilizzo di svariate materie, la sperimentazione di molteplici metodi di lavorazione e arnesi articolati, spesso modificati dall’artista per meglio assoggettarli al proprio scopo. Rulli metallici, pennelli, lastre di zinco, pastelli, inchiostri, aerografi, raschietti, carboncini, spazzole, spatole, rastrelli, innumerevoli sono stati gli utensili piegati al gioco dell’artista.
L’Istituto Nazionale per la Grafica si è validamente soffermato su tecniche e procedimenti incisori complessi, in particolare la litografia e la calcografia, mediante pannelli esplicativi e un esemplare video – documentario che illustra il maestro immerso nel suo lavoro, fornendo allo spettatore la chiave per poterne meglio cogliere la concezione. Un grande tributo al graveur peintre (pittore – incisore) per eccellenza, con una selezione rappresentativa dell’opera incisoria di Hartung che ne sottolinea la rilevanza nel Novecento europeo e inserisce l’Italia nel circolo dei collezionisti pubblici dell’opera di Hartung, dopo la natìa Germania e l’adottiva Francia.
Eleonora Scoccia
mostra visitata il 17 dicembre 2013
Dal 13 dicembre 2013 al 2 marzo 2014
La Radice del Segno. Hans Hartung. L’opera grafica.
Palazzo Poli – Fontana di Trevi
Via Poli, 54 – (00187) Roma
Orari: dal martedì alla domenica 10 – 19. Lunedì chiuso.
Ingresso Libero