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fino al 2.XII.2006 Roberto Pietrosanti Roma, A.A.M Architettura Arte Moderna
roma
Dopo anni di sperimentazione e di ricerca, l’approdo ad un’equilibrata sintesi di tecnica, linguaggio e poesia. Grandi tele costruite con la calda freddezza di un architetto…
Fino a qualche tempo fa sentir parlare di “architettonica costruzione” a proposito dei suoi lavori, avrebbe provocato in Roberto Pietrosanti (L’Aquila 1967; vive a Roma), un certo guizzo di fastidio, se non una malcelata repulsione. Ma dopo circa dieci anni di ricerca, di illusori punti di arrivo, di rinnovate partenze e di “saturnine sfide” –per parafrasare Vincenzo Trione, coautore con Ada Masoero e Francesco Moschini, del raffinato catalogo della mostra- l’artista abruzzese non si sente più costretto in tale definizione. Perché il suo è davvero un lavoro architettonico, nel senso più puro del termine: Pietrosanti costruisce la sua opera mattone su mattone, o meglio “spillo su spillo”. Facendo tesoro dell’esperienza passata, sopraggiunge finalmente alla piena rivelazione dell’idea inespressa, quell’idea che silenziosamente parlava dal profondo. E così, dopo diversi anni di mutismo, l’idea alla fine è venuta alla luce, manifestandosi con tutta la sua forza e occupando tutto lo spazio della tela.
Ora il suo lavoro suscita la stessa trepidazione che si ha nell’ammirare le evoluzioni di un funambolo su una corda tesa nel vuoto. Da linee guizzanti, con improvvisi cambi direzionali, o rilassanti curvilinee trasformazioni, è giunto a un sinuoso tratto che si ingrossa, si sovrappone o si assottiglia fino a quasi scomparire, che danza sul bianco del quadro. “Volevo catturare la dinamica del segno e fermare il suo dinamismo, dando piena libertà al gesto”, spiega infatti Pietrosanti. Anche il c andore della tela è parte sostanziale del lavoro perché riempito di ulteriori e altri significati. Nell’assenza assoluta o presenza totale di colore, tutto può accadere. E qui, ora, nel bianco dei lavori di Pietrosanti, c’è l’improvvisa esplosione della linea che costruisce e occupa lo spazio, “perché oltre il limite della tela, si apre tutto un dinamico universo”, continua. E così, pure lo spazio è elemento inscindibile dei lavori: solo entrando “nel bianco” si può provare una certa esperienza.
Tutte le opere sono però “Senza titolo”, in effetti non c’è una narrazione. Realizzate appositamente per questa mostra, il cui cuore è il “trittico” realizzato con gli spilli, occupano per intero le due rinnovate stanze della galleria. In un’epoca fortemente tecnologica e “digitalizzata”, dominata dall’unità di misura elettronica, il pixel, che permette di controllare l’immagine“punto per punto”, Pietrosanti oppone un controllo “spillo per spillo”.
daniela trincia
mostra visitata il 4 novembre 2006
Roberto Pietrosanti – Nel bianco
A.A.M. Architettura Arte Moderna – via dei banchi vecchi 61 (centro storico-corso vittorio emanuele II) – Roma – t. 06.68307537 – info@aamgalleria.it – www.aamgalleria.it – dal 30 ottobre al 2 dicembre 2006
tutti i giorni dalle 16.00 alle 20.00 sabato e domenica inclusi
catalogo a cura di Ada Masoero, Francesco Moschini, Vincenzo Trione
[exibart]