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Gli ultimi lavori in rosso di Matteo Montani, presentati il 18 novembre alla Galleria L’Attico di Sargentini, sono uno sposalizio, un incontro riuscito tra la pratica consolidata del suo lavoro pittorico e una nuova decisa gestualità che si esprime sulle sue tele.
Conosciamo la precedente pratica di Montani nella realizzazione dei suoi lavori: sulla superficie scabra della carta vetrata aveva luogo un particolare “dripping” in cui il colore -dosato e utilizzato con varie intensità – percorreva, in modo inaspettato, la superficie. Ciò che emergeva erano puri e parzialmente “involontari” paesaggi zen, frutto di un processo entropico del colore e della scelta della palette; l’intervento dell’artista, fatto di sapienti velature e stratificazioni, era poco evidente all’occhio di chi guardava, un suo timido modo di suggerire ritraendosi. Per Montani più che mai la pittura è un processo di restituzione dello sguardo, la tensione verso un’ idea di trascendenza che si svela. Lo stesso Montani aveva dichiarato, prendendo a prestito un passaggio di Merlau Ponty: “… se l’essere deve svelarsi lo farà di fronte a una trascendenza e non di fronte a una intenzionalità, sarà l’essere grezzo affondato che ritorna a se stesso, sarà il sensibile che si scava…”Con questa nuova mostra si palesa un suo intervento chiaramente diretto nel gesto della pennellata che attraversa – spesso in modo orizzontale- lo spazio pittorico: un vento coraggioso che spazza i suoi quieti e immoti paesaggi- mondo.
Il rosso poi è una bella virata nella sua tavolozza rispetto ai precedenti lavori di blu reale profondo e oro che distendevano lo sguardo in una contemplativa visione dello spazio dell’opera. Ora, con una certa presa di responsabilità, il suo rosso conduce e invita a una postura proattiva non solo dell’artista ma anche in chi guarda. A volte la pennellata accompagna fluidamente i picchi, le ascese del colore, a volte tende a controllarli. Comunque è sempre un abbraccio coraggioso, non privo di rischio. Stavolta però l’inaspettato non attiene all’incontrollabilità della materia, ma alle sorti oscure e misteriose che si affacciano per ogni scelta diretta nella nostra esperienza di vita.
L’ indubitabile bellezza estetica delle opere di Montani resta, ma la bellezza è anche lotta, antagonismo fra energie differenti che hanno bisogno di esprimersi con chiarezza.
Chiedendo a Montani, dopo aver visto la mostra, perché e come è arrivato il momento del rosso, la risposta è stata il racconto di un “viaggio iniziatico” :
«….l’incontro con il rosso è il risultato di un lunghissimo processo fatto di fraintendimenti, di fallimenti e di fugaci, quasi casuali illuminazioni. Dire che il rosso sia stata una presenza latente per dieci anni forse non è cosa sbagliata. E a più riprese lavorare sul rosso è stato un oggetto di un desiderio che non mi apparteneva e di conseguenza una presenza ingombrante solo al pensiero. Nonostante ciò, nel corso degli anni il colore, sempre più disinvoltamente trovava spazio nella pratica a studio. Prima come il segno di una resa invincibile, poi sempre più qualcosa che, sorretto e armonizzato da altre tinte, aveva cominciato una sorta di declinazione, o alfabetizzazione se vogliamo. Convenimmo con Fabio per una mostra tutta rossa! E io mi trovavo in una situazione strana: con quei pochi rossi realizzati in precedenza avevo trovato un segno forte, ma il segno in sé non mi portava da nessuna parte, perché non lo capivo, o meglio, non lo sentivo affine alla mia poetica: allora lì ho dovuto lavorare con il desiderio e non con una progettualità o con una coscienza esatta…questo è stato importante perché ha svuotato la testa e liberato la mano. Così ho trovato delle nuove pennellate, dei nuovi segni, perché l’intelligenza della mano, unita alla sagacia del rosso, mi hanno mostrato la strada. Definitivamente e sinceramente sento di poter dire che la vera “scelta” del rosso sia stata dunque qualcosa che è avvenuta durante il lavoro e non prima».
Marina Dacci
mostra visitata il 18 novembre
Dal 18 novembre 2016 al 20 gennaio 2017
Matteo Montani. Racconto Rosso
L’Attico – Fabio Sargentini
via del Paradiso 41 Roma
Orari: dal lunedì al venerdì dalle ore 17 alle ore 20
Info: info@fabiosargentini.it