“Non è la materia che genera il pensiero, è il pensiero che genera la materia” (Giordano Bruno)
Alicja Kwade è una di quelle artiste che con il loro lavoro ci obbligano a fare uno sforzo percettivo per guardare con occhi diversi la realtà. Una realtà sdrucciolevole e sfuggente, certamente difficile da catalogare perché non ovvia, fatta di minimi scarti percettivi che beffardamente giocano con i limiti della nostra immaginazione.
“Materia, per ora” è il titolo della prima mostra personale romana di questa giovane e famosa artista polacca che ci introduce nel suo mondo magico facendoci entrare dalla porta laterale della Fondazione e bloccando quella centrale con una installazione semi monumentale di blocchi di pietra di cui si scopre la perfetta armonia compositiva solo guardandola dal fondo della prima sala espositiva. Questa potente e inaspettata scenografia che domina il lungo spazio rettangolare della Fondazione è un chiaro omaggio a Roma e alle sue improvvise e sorprendenti scenografie barocche che appaiono come per incanto nel tessuto urbano della città rapendo lo sguardo e la mente. I blocchi di pietra sono disposti a scalare dai grandi massi grezzi sul fondo, che impediscono la visuale dello spazio dall’esterno, fino ai piccoli sassolini che chiudono la composizione con un inaspettato geometrico rigore. Costruzione e destrutturazione, talvolta presentati in maniera quasi filmica come nella prima installazione, sono i due elementi fondanti della poetica di questa artista che gioca con la materia in maniera alchemica e sapienziale seguendo quel desiderio di conoscenza antico, da sempre insito nel genere umano, che ci porta a voler svelare e trascendere le regole fisiche e chimiche che regolano il mondo fisico. Nella seconda sala dentro tre vetrine sono allineati dei vasi di vetro con il tappo a vite come in una elegante dispensa scandita da un preciso ordine cromatico. I frammenti contenuti nei contenitori sono i residui di oggetti plastici di uso comune ma suddivisi per tipologia fisico-materica riducendo così il manufatto ad essere rappresentato esclusivamente dalle sue componenti che smembrate ne evocano più l’assenza che la presenza.
MATERIA, PER ORA Installation view in Fondazione Giuliani, maggio-luglio 2018 Foto di Giorgio Benni
La realtà come paradosso e l’assenza come cifra distintiva usata per creare dei cortocircuiti percettivi sono gli assiomi fondanti della pratica artistica della Kwade che in iPhone, Lampe, Computer, Kaminhur e Küchenuhr propone una versione insolita e spiazzante di questi cinque oggetti comuni: un iPhone, una lampada, un computer, un orologio da scrivania e un orologio da cucina. Ad un primo sguardo questi vasi dalle fattezze classiche elegantemente presentati in teche di vetro come fossero dei reperti archeologici sono il risultato della manipolazione radicale di quegli oggetti che polverizzati e amalgamati con delle resine hanno dato vita a dei nuovi oggetti. Nulla si crea e nulla si distrugge come ci ha insegnato la fisica ma, certamente, tutto si può trasformare dato che la materia è fluida ed è sempre in divenire in base al suo collocamento in un determinato spazio e momento. La misurazione del tempo trascorso in una dimensione materiale tangibile è al centro del lavoro 1518 leere Liter bis zum Anfang (2008/2018) un cumulo piramidale di vetro polverizzato di un colore celeste intenso che è quello delle bottiglie di acqua Selters. L’artista ha raccolto tutti i vuoti delle bottiglie d’acqua consumate dai membri del team della Galleria König di Berlino in un anno che poi sono stati polverizzati da una ditta specializzata. Un anno di molte vite umane concretizzato in una piramide di vetro, una sorta di vissuto materiale, un attraente sudario per rappresentare l’inesorabile scorrere del tempo, e in particolare del tempo vissuto materialmente. Il mondo parallelo che Alicja Kwade mette in scena in questa mostra densa di suggestioni estetiche e intellettuali è un continuo gioco di rimandi ottici e di sgambetti percettivi che ci sorprendono e ci spiazzano opera dopo opera, insegnandoci non solo l’esercizio del dubbio ma, soprattutto, il desiderio di esplorare quel labile confine fra visibile e invisibile che permea di mistero tutto il suo lavoro.
Paola Ugolini
Mostra visitata il 9 maggio
Dal 10 maggio al 20 luglio 2018
Alicja Kwade, Materia, Per Ora
Fondazione Giuliani
Via Gustavo Bianchi 1, Roma
Orari: dal martedì al sabato dalle 15:00 alle 19:30
Info: www.fondazionegiuliani.org