La giornata è uggiosa e canicolare, un tipico luglio romano insomma. Dobbiamo recensire una mostra di terrecotte e ceramiche e il pensiero di trascorrere un po’ di tempo al fresco di uno spazio chiuso ci rincuora e ci allevia il cammino. Ad accoglierci, Carolina Pozzi che ci accompagna tra i manufatti e ci illustra l’itinerario della giovane collettiva. Come nasce l’idea di questa mostra? Nasce dal desiderio mio e di Francesca Antonini di indagare l’utilizzo di un materiale come la terracotta, che potremmo definire arcaico, da parte di giovani artisti, in prevalenza emergenti. E anche molto diversificati nella ricerca e nello stile si direbbe…(Volgiamo lo sguardo verso la prima sala). La mostra comincia con queste sculture a fogli di Annalisa Guerri (Sulmona, 1979), una ceramista pura. Son in porcellana paperclay: l’argilla è mischiata con fibre di cellulosa – ossia con della carta – e grazie a questo impasto si riescono ad ottenere questi fogli di materiale molto leggero, molto delicato che paiono contrastare con l’idea di solidità che si è soliti associare alla terracotta. Di tutt’altro tenore ci sembrano quei circoli colorati appoggiati alla parete di fronte…Sono di Davide Monaldi (San Benedetto del Tronto, 1983) e sono sparsi qua e là lungo l’itinerario della mostra. È uno scultore che utilizza quasi esclusivamente la ceramica e riproduce spesso oggetti di uso comune, in questo caso gli hula hoop. Sono sculture tecnicamente complicate da ottenere perché non hanno un’anima solida all’interno, come invece si potrebbe pensare. Procedendo nella seconda sala ci troviamo davanti ad una composizione fittile dello scultore e ceramista Benedetto Pietromarchi (Roma, 1972).
Terra Cotta, vista della mostra
La gallerista ci indica un vaso dall’aspetto vagamente teriomorfico ricolmo di argilla grezza. Questo lavoro – ci spiega – compendia egregiamente l’idea della mostra perché rende il senso della primordialità del materiale. Oltre ad alludere – aggiungiamo – simbolicamente ed in sintesi, al prodursi del processo creativo. Ci incuriosiscono, appese alla parete frontale, delle piccole ceramiche di Emiliano Maggi (Roma, 1977) scultore, musicista e performer: forse elfi o piccole figure apotropaiche o, forse, eleganti maquette per una messinscena teatrale, in ceramica smaltata. È un teatrino di personaggi un po’ magici, un po’ rituali. Ritorna l’idea della costruzione della forma per accumulo come abbiamo già visto in Annalisa Guerri…E invece questa testa – appuntiamo lo sguardo su un angolo della sala – che sembra un reperto archeologico estratto da uno scavo antico è opera di Davide Rivalta (Bologna, 1974) che, per inciso, è l’autore delle fusioni in bronzo dei leoni che da un paio d’anni sorvegliano la scalinata della Galleria Nazionale d’Arte Moderna qui a Roma. Giungiamo infine nella terza e ultima saletta che si apre, in fondo, ad uno spazio esterno, dove ci attende il curioso ”Asino seduto” di Manuela Cirino (Milano, 1962) realizzato in ceramica e carta. Abbiamo deciso di collocarlo alla fine del percorso per accompagnare idealmente il visitatore all’uscita… come in una favola di Esopo…o come occasionali convitati alla mensa di Dioniso, primordiale divinità dell’ebbrezza e delle arti menadiche, aggiungiamo noi, ma la spietata canicola che ci attende là fuori ci consiglia piuttosto una placidità apollinea.
Luigi Capano
Mostra visitata il 6 luglio
Dal 7 giugno al 20 luglio 2018
Manuela Cirino, Annalisa Guerri, Emilano Maggi, Davide Monaldi Benedetto Pietromarchi, Davide Rivalta, “Terra-cotta”
Francesca Antonini Arte Contemporanea
Via Capo le Case 4, Roma
Tel. 066791387 info@francescaantonini.it www.francescaantonini.it