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In occasione della sua prima personale italiana, May Hands si presenta al pubblico con il progetto “Freschissimi”, un perfetto incontro fra lavori precedentemente realizzati e manufatti site-specific nati durante il periodo di residenza che ha visto l’artista incontrare – e conoscere – la Capitale, una Roma dai mille contrasti e ossimori, quella delle affascinanti e spettacolari vestigia del passato da una parte, della scarsa pulizia e dell’aumentare dei rifiuti dall’altra.
Queste le caratteristiche di spunto per l’artista britannica, che costruisce le proprie installazioni proprio a partire dai materiali che abitano il paesaggio urbano, presenze inconsapevoli che diventano protagoniste delle sue composizioni volte a riqualificare oggetti privi di apparente valore, ancor meno di spessore artistico.
I colori fluorescenti degli oggetti che lo spettatore è abituato a incontrare alla propria vista ogni giorno nelle vetrine dei negozi diventano le tinte delle strutture portanti di un’impalcatura di ‘lavori in corso’, che nasconde in sezione tesori inaspettati dei London Street Objects. Involucri di carta, normalmente abbandonati a terra, si tramutano in composizioni tridimensionali su telaio, nelle quali plastiche e ceramiche creano un involucro attorno a quei rifiuti senza nome che assurgono a contemporanei paesaggi su telaio, dalle moderne vette montuose e metallici corsi d’acqua (Pasticceria Yellow and Violet, Cherries, Blue, Red and Yellow, Grapes and Cherries). Nell’ultima sala, l’artista presenta un’installazione fatta di Bucket, quei secchi lasciati incustoditi dagli imbianchini nei locali di un cantiere, in preda all’incedere goffo dei passanti. Come bouquet contemporanei privati del proprio profumo, strati sottili e spessori, forme e colori diversi si uniscono compatti sotto il peso di una grande colata di cemento.
In modo scaltro e molto intelligente, May Hands offre allo spettatore diversi punti di partenza per la riflessione, in un’epoca nella quale parlare di rifiuti, riciclo ed ecologia è quanto mai divenuto ‘di moda’.
Può esistere la bellezza nello scarto? Pur non essendo la prima a porsi questo interrogativo, l’artista risponde in modo creativo e innovativo, sottolineando quanto molti altri prima di lei avevano dimostrato o provato a dimostrare: l’arte può essere ovunque. Se a questa sorta di mantra, sulla scia dell’esempio duchampiano, molti tentativi si sono fermati all’assemblaggio di oggetti trovati, la Hands si impegna a conferire a degli elementi divenuti inutili – poiché ormai privi della propria destinazione d’uso iniziale – un valore non soltanto artistico o creativo, quanto estetico, rispondendo che sì, anche dal rifiuto può nascere bellezza. I residui plastici e cartacei, frutti dell’imperante materialismo e segni del passaggio umano, possono sperare di diventare opere d’arte, guadagnare una seconda vita e una nuova apparenza.
Questi sono i Freschissimi che racconta l’artista, oggetti quanto di più lontani da un’idea di freschezza possibile, eppure così nuovi nella loro riqualificazione. Non tutti gli oggetti possono essere arte e i rifiuti ancor meno, ma May Hands lancia il guanto di sfida al proprio pubblico e riesce nel difficile intento di vincerla, aggiungendo la sua voce in un’aperta lotta contro il materialismo del consumismo capitalista.
Alessandra Caldarelli
mostra visitata il 29 settembre
dal 18 settembre al 20 ottobre 2015
May Hands, Freschissimi
T293
Via G. M. Crescimbeni 11, Roma
Orari: martedì – venerdì 12.00 – 19.00 e su appuntamento
Info: info@t293.it, www.t293.it