Accompagnata da una scheda introduttiva di Pericle Guaglianone – breve testo che ha il merito di allontanarsi dal comunicato stampa per fornire il primo prezioso passo verso un lavoro critico nei confronti dell’esposizione – l’operazione della giovane artista romana si definisce già a partire dal dialogo che le tele intrattengono con i titoli ad esse assegnati. Se, infatti, i lavori sono tutti dei Senza Titolo, ecco comparire nei sottotitoli messi tra parentesi i soggetti, vere e proprie presenze in grado di emergere dall’ambiente. La dialettica tra spazio e figura si costituisce così come una delle cifre più indicative dell’intera mostra: proprio i soggetti sembrano preesistere allo spazio e, al tempo stesso, costituirne una naturale emanazione, quasi una specificazione sostanziale che ne accentua il carico psichico.
Animali, volti umani e corpi inermi abitano, come da titolo, un magma ambientale che prende forma al confine tra colore e gesto: con l’acrilico, Mancini opera un montaggio di colori che non si risolve mai nella fusione dei toni, giocando sul contrasto tra un segno pittorico rapido, che opera per sovrapposizioni, e una rarefazione ambientale che dona all’immagine un’immobilità fuori dal tempo ordinario. Quella di Marta Mancini è una pittura stratificata, capace di aprirsi, a livello percettivo e semantico, ad una continua riorganizzazione di senso. Dentro le tele, si succedono piani espressivi che non si prestano mai ad una sintesi completa, ma che acquistano forza proprio dal loro accostamento: saturazione di colore e pennellate che sembrano rimandare ad un’immediatezza gestuale, presenza figurative che nel rapporto con il tono ambientale aprono il campo ad una temporalità sospesa, una materia pittorica che non trascende mai la bidimensionalità della tela, ma al tempo spesso si fa carico dell’organizzazione spaziale e del tono emotivo delle scene presentate. Un lavoro capace in modo davvero sorprendente di muoversi al confine tra l’interrogazione formale sulle capacità del medium pittorico e la messa in opera di quelle stesse potenzialità nella creazione quanto mai sostanziale di immagini fortemente evocative: l’urgenza espressiva, di cui si è detto all’inizio, si avvale di un’organizzazione compositiva in grado di aprire un universo di senso denso e mai del tutto definito.
Andrea D’Ammando
mostra visitata l’8 novembre 2012
dall’8 ottobre al 20 novembre
Marta Mancini, Abita
a cura di Pericle Guaglianone
Galleria S.AL.E.S.
via dei Querceti 4/5 – 00184 Roma
Orari: da martedì a sabato dalle 11.30 alle 19:30
Info: tel. 06 77591122, fax 06 77254794, info@galleriasales.it, www.galleriasales.it
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