Resosi conto della limitatezza del mezzo pittura rispetto ai propri bisogni espressivi, Luigi Presicce ha intrapreso un viaggio oltre la pittura, pur non perdendo mai, anzi, forse anche rafforzandolo, il proprio occhio pittorico. Un viaggio le cui tappe sono riassunte nella mostra “Ermete su carta”.
Da una parte la traccia fotografica di una delle sue famose performance per pochi, o nessuno a volte, spettatori: L’annunciazione di Pitagora agli Acusmatici del 2010. Si tratta di una sorta di tableau vivant in cui riferimenti alla pittura rinascimentale italiana, alla cultura ermetica e iniziatica, all’astrattismo geometrico, contribuiscono all’evocazione di un’atmosfera sacrale e misteriosa.
Al 2008 risalgono invece i due tomi di Mistici e Maghi, enorme raccolta di ritagli di foto e non, da sfogliare indossando guanti di cotone bianco – che non si possono non associare a guanti rituali massonici, di cui un simulacro è allestito poco distante. Si tratta di una miriade di immagini di simboli e personaggi – ma anche interventi dell’artista – accomunati da una forte valenza spirituale, vera, presunta o acquistata di riflesso: tra un bafometto e un guru indiano, tra i quadrati di Malevich e uno sciamano esquimese, tra un Hitler e una Madame Blavatsky, anche Julio Iglesias, “mago poeta con due identità ”, acquista un’aura magica, e così pure Vincent Price o la nota scena di Twin Peaks in cui il nano/spirito parla al contrario.
Lo stesso folle sincretismo guida la raccolta di maghi che occupa come una iconostasi la parete di fondo: divinità indiane, santi, artisti e maghi dipinti da Presicce – nella forma di visi stilizzati, composti da simboli ed elementi geometrici, oppure di inquietanti figure organiche – vagamente analoghe per forma al risultato del Jenny Haniver Show di quattro anni fa.
Più che il who’s who dei riferimenti presicciani, alla fine è fondamentale la coerenza interna del mondo assemblato dall’artista, in cui ogni elemento rafforza e legittima l’altro. In modo sapiente – chissà se anche sapienziale – Presicce raccoglie e utilizza spunti visivi tratti dall’universo delle religioni, dell’occultismo, della massoneria, etc., componendo una sorta di pot-pourri spirituale dall’indubbio potere suggestivo. Ma quanto di quella suggestione è frutto della perizia del costruttore della messa in scena e quanto invece si appoggia sul potere evocativo di quei simboli, di quelle figure che hanno radici profondissime nella nostra cultura?
Presicce dunque, mago o prestigiatore?
Mario Finazzi
mostra visitata il 10 ottobre
Dal 10 ottobre al 20 dicembre 2014
Luigi Presicce, Ermete su carta
Zoo Zone Art Forum
Via del Viminale 39, Roma