Era dal 1960 -anno dell’indipendenza dal Belgio- che in Congo non si svolgevano elezioni libere. Anche Guy Tillim (Johannesburg 1962; vive a Cape Town) gira per le strade di Kinshasa, con la macchina fotografica e il cavalletto, quando il 30 luglio 2006 si vota per le consultazioni parlamentari e il primo turno delle presidenziali. Il Paese è allo stremo, dilaniato da decenni di guerre civili e di oppressioni iniziate quando lo Stato fu donato come proprietà privata a Leopoldo II del Belgio, con la Conferenza di Berlino del 1885, e trascinate -dopo 75 anni di colonialismo- fino ai nostri giorni con altrettanti despoti come Mobutu (1930-1997).
Il racconto del fotografo sudafricano -di cui a Roma sono stati esposti precedentemente Kunhinga Portraits (2004) e Petros Village (2006)- presentato contemporaneamente alla Galleria Extraspazio (prima europea) e alla Goodman Gallery di Johannesburg, dopo la Biennale di San Paolo nell’ottobre scorso, è la sintesi di questo percorso storico.
Trentadue le immagini, prevalentemente a colori (stampe digitali ai pigmenti d’archivio su carta di cotone), di cui dodici di Congo Democratic. Ad introdurre questa sorta di cammino a ritroso nella storia del Paese alcune foto del 2003 della serie Leopold e Mobutu (2003). Qui è il paesaggio a dominare la scena, soprattutto il verde rigoglioso che invade quella che è stata l’ultima residenza di Mobutu, a Gbadolite, prima del suo esilio in Marocco. La natura entra nella storia, la sorpassa. Di quei fasti inutili non resta che la piscina scrostata, senza acqua e con i ciuffi d’erba. Il presente è concentrato nei sobborghi di Kinshasa ai ritmi di una quotidianità tipica di molte altre città africane, potrebbe essere Nouachott, Bamako o altre ancora. Il suolo di terra battuta è cosparso di residui di civiltà, quella di cui sono portavoce i politici. Tra tanti candidati -in lizza per le presidenziali erano originariamente in sessanta (poi ridotti a trentatre) e novemila i candidati al parlamento per cinquecento seggi- sono due i volti più pubblicizzati, osannati dalle folle.
Da una parte il presidente in carica Joseph Kabila (è suo il volto nell’ovale dell’adesivo che -centuplicato- occupa un intero cartellone pubblicitario di notevoli dimensioni; in un’altra immagine sempre suo il volto di carta dato alle fiamme dai sostenitori di Etienne Tshisekedi), dall’altra Jean-Pierre Bemba, vice-presidente ed ex guerrigliero.
Con lo sguardo veloce del reporter, sempre attento ed empaticamente coinvolto, Tillim -celebre per il lavoro Jo’burg con cui, nel 2005, ha vinto il prestigioso Premio Leica Oskar Barnack- cattura l’individuo in una voce corale: la folla, le braccia alzate, l’atmosfera densa di fumi, le barricate, le manifestazioni con tanto di poliziotti armati e pneumatici dati alle fiamme. L’eco delle voci sfidano il momento, anelano alla conquista della dignità. Il colore della democrazia -perché anche la democrazia ha un colore- é azzurro, giallo e rosso, come quei bidoni utilizzati per la costruzione di un seggio. In fondo, nella stessa foto, la presenza delle Nazioni Unite (che per la supervisione dello svolgimento regolare delle elezioni hanno speso i 460 milioni di dollari messi a disposizione della comunità internazionale) é sintetizzata dal carro armato da cui esce un casco blu.
Un passo indietro con quelle otto fotografie in bianco e nero raccolte su un’unica parete. Un lavoro del 2002, dal titolo Mai Mai Militia, in cui sono ritratti otto ragazzini camuffati da adulti. Sembrerebbero la versione iconografica in miniatura dello “chef du village” che si appresta ad una danza rituale, invece sono miliziani mimetizzati dalle fronde. Abbracciano un bastone di legno che presto sarà sostituito da un fucile.
manuela de leonardis
mostra visitata il 19 gennaio 2007
Un ponte tra Italia e Stati Uniti: c'è tempo fino al 30 gennaio 2025 per partecipare alla nuova open call…
Ci lascia uno dei riferimenti dell’astrazione in Campania, con il suo minimalismo, rigorosamente geometrico, potentemente aggettante nella spazialità e nell’oggettualità.…
Una mostra interattiva per scoprire il proprio potenziale e il valore della condivisione: la Casa di The Human Safety Net…
Al Museo Nazionale di Monaco, la mostra dedicata all’artista portoghese Francisco Tropa indaga il desiderio recondito dell’arte, tra sculture, proiezioni…
Alle Gallerie d'Italia di Vicenza, in mostra la scultura del Settecento di Francesco Bertos in dialogo con il capolavoro "Caduta…
La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…