“…Da molto tempo sostengo il principio dell’arte murale sola salvezza dell’arte (in tutti i tempi), contro gli equivoci e le decadenze delle esposizione dell’arte cosiddetta pura”. Queste parole fanno parte di una lettera di cui si ignorano data e destinatario; queste parole sono la teorizzazione di un arte, quella murale, che ebbe negli anni ’30, una grande crescita, sono parole di uno dei più grandi interpreti di questo linguaggio: Mario Sironi.
I cartoni sono divisi e distribuiti sulle pareti dell’unica sala dedicata all’esposizione, se fossero assemblati creerebbero un’opera monumentale e titanica di otto metri per dodici, esposta per la prima volta alla Triennale di Milano del ’36 e l’anno seguente all’Esposizione Internazionale di Parigi, nel padiglione italiano.
Nell’opera, cupa e maestosa, c’è il trionfo dell’Italia lavoratrice e fascista, ci sono tutti i temi cari al Regime ed agli artisti che, come Sironi, se ne fecero interpreti attraverso il linguaggio dell’arte.
Non era mai successo che tutti i cartelloni si ritrovassero insieme in un unica stanza. All’organizzazione della mostra ha partecipato in modo sostanziale la nipote del grande futurista, Romana Sironi che ha presentato l’evento insieme a Sandra Pinto, direttrice della Galleria. Negli ultimi tempi alcuni articoli sulla stampa, anche dell’ex-direttore della GNAM, avevano condannato questo genere di mini-mostre; la Pinto risponde, durante l’affollata inaugurazione: “queste mostre vanno capite, i nostri visitatori vengono per ammirare la vastissima collezione permanente e trovano questi spunti di riflessione ed approfondimento sull’arte contemporanea che sono le esposizioni dossier”. Ci sentiamo dalla parte di Sandra Pinto sia per la metodologia (il ruolo di organizzare mostre-evento è ora passato ad altri spazi romani) che per il coraggio di affrontare temi non semplicissimi.
Concludiamo con uno spunto di riflessione che possiamo trarre dalla lettera di presentazione dell’opera che Sironi invia a Giulio Barella, presidente della Triennale: “…Quest’opera come altre che ho fatto è frutto di una volontà smisurata. Disgraziatamente le condizioni intorno sono insufficienti e inadeguate e ostili. Donde questa mia lotta sproporzionata e questa battaglia paurosa di un artista necessariamente incompleto”.
massimiliano tonelli
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Eccezionalissimo Sironi!