Ă possibile gestire uno spazio espositivo in maniera discreta ed economicamente sostenibile, ma con grande attenzione alla qualitĂ ? In una cittĂ come Roma, dove contenitori pubblici come il Palazzo delle Esposizioni hanno drasticamente ridotto la programmazione, câè unâesperienza virtuosa e low cost che andrebbe analizzata come modello vincente, in questi tempi di crisi. Mi riferisco al LUMI Project, aperto nel 2012, promosso da Antonello Lupo e Stefano Monami, e curato dallâart advisor Valentina Grandini insieme al critico Gino Pisapia, in un bellâappartamento al primo piano di palazzo Montoro in via di Montoro 8.
Eleganza, rigore e discrezione hanno caratterizzato fin dallâesordio una programmazione che ha visto lâalternanza di mostre collettive e personali di artisti italiani delle ultime generazioni, allestite in maniera esemplare in quattro sale di dimensioni diverse.
Il ciclo è cominciato con âVertigine [di]segnoâ, la doppia personale di CCH e Ivano Troisi, per proseguire con âTempus edax rerumâ, personale di Emanuele Becheri tutta giocata sui rapporti tra disegno e processo nella ricerca dellâartista toscano, perfettamente a suo agio nelle sale di LUMI, trasformato per lâoccasione in una piccola kunsthalle. Meno riuscito il progetto âElementSâ, con quattro artisti di matrice e qualitĂ differenti  chiamati a rappresentare i quattro elementi naturali (Mojo e Sivelli, Ozzola, Pantani & Surace, Pecoraro), mentre la qualitĂ si alza di nuovo con le ultime due proposte: Cleo Fariselli ed Elia Cantori. La Fariselli presenta alcuni lavori fotografici intensi e metafisici, accompagnati dal video Me as a star, mentre la personale del giovane Elia Cantori (Ancona 1984) aperta fino al 24 maggio, si intitola E=mc² ed è dedicata ai processi di trasformazione della materia attraverso la formalizzazione dellâenergia espressa in fotografia e in scultura.
Unâottima prova per Cantori â che ha preso parte alla collettiva 21Ă21 curata da Bonami alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo nel 2010 â  soprattutto per quanto riguarda le sculture in mostra. Il lavoro piĂš forte è Untitled (Black Hole) 2012, una campana in vetroresina che accoglie sulle pareti del suo invaso, rivestite di unâemulsione fotosensibile, lâimmagine fotografica dello studio dellâartista, che ricorda situazioni simili presenti in alcuni capolavori fiamminghi del Quattrocento, come il Ritratto Arnolfini (1434)  di Jan Van Eyck. Altrettanto notevole la serie di sculture Explosion (Test #1,#2,#3), ottenute da blocchi di cera che racchiudono un petardo ognuna: una volta esploso, la cera trattiene il processo di disintegrazione della materia, che viene poi riempito da gesso per ceramica.
Con questa programmazione rigorosa LUMI mette in pratica unâattivitĂ di scouting della quale si sente necessitĂ , vista la relativa latitanza delle istituzioni pubbliche preposte, che preferiscono puntare su artisti mid-career italiani e soprattutto stranieri piuttosto che dare spazio ai nostri emergenti di qualitĂ , in assenza di adeguate, dinamiche e strutturate project-room. In questi tempi difficili, una prova di coraggio molto apprezzabile.
Ludovico Pratesi
Mostra visitata il 22 marzo
Dal 16 marzo al 24 maggio
Elia Cantori â E=mc²
LUMI project
via di Montoro 8, Roma
Orari: dal lunedĂŹ al sabato su appuntamento