È un fatto noto che la cosiddetta “estate romana” sia un mix di serate all’aperto sotto il segno del divertimento, della musica e degli splendidi colori che solo questa città sa regalare. Ma talora ci si fa prendere la mano e si dà il la ad eventi che non sono altro che l’unione delle tre componenti succitate.
Ossia, che non lasciano altro che un vago ricordo, mentre sarebbe auspicabile che un colosso economico come Enel, che un curatore esperto come Francesco Bonami, che un’area sacra come quella di Torre Argentina e che un gruppo di artisti riconosciuti internazionalmente come gli
Assume Vivid Astro Focus riescano a far emozionare e riflettere più di quanto faccia una passeggiata “lungo er Tevere de Roma”.
Con questo, non si pensi che non sia stato interessante visitare l’installazione che il gruppo franco-brasiliano ha realizzato per l’apertura della seconda edizione di
Enel Contemporanea, il progetto/connubio fra energia e arte pubblica. Per una quarantina di minuti circa (tempo massimo consigliato e previsto di visita), le rovine di Torre Argentina acquistano per il visitatore strane sembianze e colori, diventano portatrici di una fisicità irreale, di un mondo (tutto brasiliano) di limite tra un fumetto colorato, un corpo
dark & glam (che sa tanto di silicone) e una musica dal ritmo perpetuo e costante (che sa tanto di festa post-punk popolare).
Ci si perde, quindi, in una serie di passaggi, di scalette e di strutture in legno che guidano attraverso l’area sacra, che portano a una sorta di pista da ballo e che terminano su un terrazzo che offre la vista di colonne d’epoca romana e di edifici più recenti illuminati e decorati con proiezioni di immagini in stile anni ‘60, tecnica di cui il “nostro”
Paolo Buroni è maestro.
Come al Carnevale di Rio, ci si trova immersi in una miriade di situazioni e visioni, di visi e colori. Questi ultimi sono ancora più numerosi e psichedelici se si indossa la maschera che è possibile trovare all’entrata e in cui sono inserite lenti che scompongono i raggi di luci. Tutto il discorso artistico degli Avaf si svolge in superficie, ma è alla base dove scricchiola, forse perché lì c’è l’arte pop, forse perchè, a volte, esporre al MoMA di New York (2007-2008), ad Art Basel Miami Beach (2007) e a Frieze (2004) non è indicativo.
Per farsi un’idea più precisa, è bene seguirli alla prossima Biennale di São Paulo, cosí com’è bene guardare con attenzione le altre due iniziative di Enel Contemporanea: una alla prossima Biennale di Architettura a Venezia, l’altra al Policlinico Umberto I di Roma.
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ho visto l'installazione AVAF a Torre Argentina e ho pensato che forse avrei preferito camminare fra le rovine senza l'obbligo di attraversare quell'invadente luna-park, mentre la mattina dopo, appoggiata alla ringhiera a livello della piazza, ho provato solo un misto di tristezza e di fastidio nel guardare quello che restava dell'opera senza corrente. è un modo come un altro per riflettere su quanto ci sia vitale l'elettricità, o no?