18 giugno 2003

fino al 22.VI.2003 Sergey Tchilikov – Provicia russa Roma, Centrale Montemartini

 
Dimenticate Anna Karenina. Queste donne della nuova Russia stanno in posa come modelle. E guardano dritto in macchina con fare provocatorio. E intanto raccontano un presente squallido, una dimensione senza futuro. Una successione di ritratti, come un reportage metafisico...

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Le foto di Sergey Tchilikov sono scatti molto semplici, all’apparenza. Foto sul posto di lavoro, negli interni di una casa o negli esterni di un parco. Ma soprattutto foto di donne. A rappresentare la quotidianità contemporanea, ecco i tanti e diversi volti femminili, votati dal fotografo russo a degni esemplari di un presente confuso. Quella fermata da Tchilikov è una società – quella sovietica – che per molto, troppo, tempo ha forzatamente vissuto di privazioni, ha tenuto gli occhi chiusi sui cambiamenti.
Assolutamente polemico il tono del suo lavoro, provocatoria la rappresentazione dei soggetti: le sue eroine indossano i volti della malizia. Gli sguardi sono sempre in sergey tchilikov camera, fissano l’obiettivo con un misto di audacia e disinvoltura, come se fossero sempre state lì, in posa, sotto i riflettori, senza imbarazzi. Non c’è sorpresa. Sono ferme, in vetrina: immobili come modelle o statiche come manichini. Atteggiate come conviene atteggiarsi, cioè come donne-emancipate-in-perfetto-stile-occidentale. Hanno imparato a farlo da relativamente poco, da quando le catene del regime si sono spezzate, lasciando entrare la leggerezza di una apparente libertà. Di qui l’esplosione di malizia, la voglia di protagonismo che trapela dai rossetti accesi e dalle pose scomposte. Della cultura sovietica rimangono poche tracce, forse nei lati più superficiali: i vestiti, il modo di portarli, i tagli, le pettinature; le immagini sono un’esposizione di sorrisi, di gesti, una successione di corpi in vista.
Eppure sono immagine intrise di tristezza, avvolte di squallore. Lesergey tchilikov inquadrature sono naturali, casuali eppure ogni aspetto viene restituito dal fotografo con estrema artificialità; gli scatti sono quasi banali per la loro semplicità, gli scenari anche, i volti sono quotidiani e comuni. Ad accentuare i toni alterati contribuisce l’uso esagerato del flash, che restituisce ad ogni immagine una dose in più di plasticità.. Sergey Tchilikov – fotografo della scuola di Ioshkar-Ola, figura centrale nella fotografia russa – ha scelto semplicemente Provincia Russa come titolo per questa serie di fotografie: scatti provocatori, che tralasciano ogni virtuosismo tecnico. Il risultato è un reportage metafisico, che oscilla tra stanze irreali e una luce grigia che attutisce gli esterni.

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micol passariello
mostra vista il 22 maggio 2003


Sergey Tchilikov – Provincia russa, a cura di Olga Sviblova
Centrale Montemartini, via Ostiense 106 (Piramide), 0639967800, www.fotografia.festivalroma.org ingresso intero 4.20 euro, ridotto 2.60 euro, mar_dom 9.30-19, catalogo Festival di Fotografia Federico Motta Editore


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