02 ottobre 2008

fino al 22.XI.2008 Roberto De Paolis Roma, Oredaria

 
Ambienti spogli sintetici set fotografici. Luci soffuse, il soggetto e il suo doppio: sono gli elementi costruttivi e descrittivi degli oltre trenta scatti esposti. Il risultato di più cicli di ricerca e riflessione...

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Raccontata, la personale di Roberto De Paolis (Roma, 1980; vive a Roma e New York) potrebbe apparire monotematica, dal momento che la maggior parte degli oltre trenta scatti fotografici ripropone, pressoché identici, elementi costruttivi e narrativi. Ma, come per molte sceneggiature cinematografiche, a rendere unico e originale un film sono le ambientazioni, i dialoghi, la recitazione, la tecnica di ripresa. Così, l’apparente monotonia è spezzata e resa dinamica e viva proprio da quegli elementi capaci di esprimere pienamente l’indagine dell’artista romano, focalizzata principalmente sulla volontà di raccontare la storia del personaggio congelato nella fotografia.
Ambienti oculatamente scelti e minuziosamente costruiti come set fotografici, ridotti però alla loro scarna essenzialità. Un posacenere, una panca, una poltrona, una porta o una finestra sono i singoli oggetti che li possono caratterizzare. Essenzialità che meglio sottolinea e, quindi, esalta il soggetto fotografato e il suo universo fatto di emozioni e pensieri. Luci soffuse che ammorbidiscono i contorni, attenuano i contrasti, sfumano i colori e creano così un’atmosfera sospesa, onirica, “la rappresentazione di un luogo della mente, una stanza dell’inconscio”, come lo stesso De Paolis la definisce.
Roberto De Paolis - Natasha - 2008 - stampa fotografica su plexiglas montata su alluminio - cm 125x200 - ed. di 5
Attraverso la tecnica della lunga esposizione, il fotografo riesce a mettere in scena, all’interno di un unico scatto, delle microstorie dove il soggetto e il suo doppio esprimono stati d’animo e modi d’essere, dei muti dialoghi. Un soggetto che mai rivolge il proprio sguardo verso chi osserva, relegando definitivamente e rigidamente quest’ultimo a un unico ruolo, quello di spettatore.
Un corpo che liberamente si muove nello spazio, sempre accompagnato, come una fedele ombra, dal suo doppio, esprime quella vasta gamma di sentimenti umani: solitudine, sconforto, tristezza, angoscia, frustrazione, gioia, fiducia, curiosità. Intimacy, Utero, Alma, Rooms e Self portraits sono i diversi cicli in cui i lavori sono raggruppati e che creano un ideale percorso.
In Intimacy, che apre l’esposizione, una coppia di amanti, “persi in un letto così ampio”, vive il suo atto d’amore fatto di contatto e complicità. A seguire, nelle ampie finestre per accrescerne la trasparenza, il ciclo Utero, dove il soggetto sembra focalizzare ciò che maggiormente gli è a cuore e cerca così di proteggerlo dalle aggressioni del mondo esterno. Alma, uscita da questo stato di profonda interiorizzazione, tenta invece di scoprirsi, di conoscersi, di capire, anche con un fare giocoso, quali sono le sfaccettature del suo essere, della sua personalità.
Roberto De Paolis - Marina - 2008 - stampa fotografica su plexiglas montata su alluminio - cm 125x200 - ed. di 5
Mentre in Rooms, dove in alcuni scatti l’ambiente è l’interno di stanze d’appartamento, il soggetto sembra dialogare con se stesso, dove il super-io guarda, osserva e a volte compatisce l’io, o sembra mostrare le sue due facce, quella sociale e quella privata, nel continuo e eterno gioco di “uno, nessuno e centomila”.

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dal 18 settembre al 22 novembre 2008
Roberto De Paolis – Qui e mai altrove
Galleria Oredaria Arti Contemporanee
Via Reggio Emilia, 22-24 (zona Porta Pia) – 00198 Roma
Orario: da martedì a sabato ore 10-13 e 16-19.30
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel. +39 0697601689; info@oredaria.it; www.oredaria.it

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