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17
maggio 2010
fino al 23.V.2010 Enrico Benaglia Roma, Auditorium Parco della Musica
roma
Una mostra che indaga il circo attraverso pitture e quadri “tradizionali”. Può l’arte essere “immediata” in un panorama che sembrerebbe dimostrare a tutti i costi l’esatto contrario? Vale la pena di chiederselo...
Il circo di Enrico Benaglia (Roma, 1938) non è fatto di
spettatori ed esibizioni davanti a un pubblico, ma di prove eseguite
nell’intimità di una dimensione spaziale e temporale sospesa. I pochi
riferimenti spaziali costituiti dagli spiragli di mare che si scorgono
attraverso i tendoni del circo o le scene cittadine, ispirate ai quartieri di
Roma, fungono da occasionale riferimento. Sono una sollecitazione per la
memoria.
L’artista ricorda, con la vaghezza che il presente concede
al passato, la suggestione di quando da bambino aspettava l’arrivo del circo in
città. Giocolieri, acrobati e animali compaiono sulla scena di Arriva il
circo e sembra di
sentire il frastuono allegro del carro rosso che avanza, ma nessun passante
osserva. Sono forse gli spettatori, invitati da Benaglia, ad aspettare con
segreto e intimo desiderio il compiersi del “miracolo” rinnovato?
Sarà per la fantasia con cui l’artista crea situazioni
assurdamente possibili, calate in vortici e colori in movimento, e per la
costante sensazione di spiare da dietro le quinte, ma chi visita questa mostra
dimentica quella vena malinconica, propria del circo, a cui Benaglia non s’è
sottratto.
Opere come Stare in ballo, stare in gioco, L’esercizio difficile o L’ultimo giro sottendono una tensione legata
alla precarietà e al pericolo che l’universo circense conosce. Anche Il
clown addormentato
e Giorno di riposo
sono quadri in cui, anche se la spigolosa secchezza dei personaggi di carta che
incontriamo altrove, cede il passo al tratto dolce e ai toni cromatici caldi,
si può pensare al mestiere del clown come lo ricordiamo dalle irripetibili
pagine di Heinrich Böll.
Il pubblico eterogeneo dell’Auditorium entra nelle sale
del Museo del Territorio, dove la mostra è allestita, e segue felice l’arrivo
del circo senza accorgersi o senza voler ricordare la fatica, il rischio e la
precarietà. A Benaglia il merito di creare un racconto pittorico di evasione e
leggerezza, la stessa leggerezza che, simboleggiata dalla piuma, elemento
ricorrente nei suoi quadri, diventa emblema della libertà indomabile e indomata
persino dal Domatore di piume, non un uomo ma un carillon che agita una corda.
Benaglia’s Circus presenta, accanto alle tele realizzate tra il 2008
e il 2009, anche una serie di sculture di bronzo eseguite con la
bidimensionalità con cui Enrico Benaglia ha abituato l’occhio di chi lo segue
da tempo e che sono state pensate dall’artista sullo stesso tema del circo, ma
realizzate nell’arco di dieci anni.
Leggere queste opere appare al visitatore naturale e
immediato. Nulla a che vedere con tante mostre più o meno “concettuali” alle
quali gli art addicted sono avvezzi. Perché qui è sufficiente farsi guidare dalla
forma e dal colore.
spettatori ed esibizioni davanti a un pubblico, ma di prove eseguite
nell’intimità di una dimensione spaziale e temporale sospesa. I pochi
riferimenti spaziali costituiti dagli spiragli di mare che si scorgono
attraverso i tendoni del circo o le scene cittadine, ispirate ai quartieri di
Roma, fungono da occasionale riferimento. Sono una sollecitazione per la
memoria.
L’artista ricorda, con la vaghezza che il presente concede
al passato, la suggestione di quando da bambino aspettava l’arrivo del circo in
città. Giocolieri, acrobati e animali compaiono sulla scena di Arriva il
circo e sembra di
sentire il frastuono allegro del carro rosso che avanza, ma nessun passante
osserva. Sono forse gli spettatori, invitati da Benaglia, ad aspettare con
segreto e intimo desiderio il compiersi del “miracolo” rinnovato?
Sarà per la fantasia con cui l’artista crea situazioni
assurdamente possibili, calate in vortici e colori in movimento, e per la
costante sensazione di spiare da dietro le quinte, ma chi visita questa mostra
dimentica quella vena malinconica, propria del circo, a cui Benaglia non s’è
sottratto.
Opere come Stare in ballo, stare in gioco, L’esercizio difficile o L’ultimo giro sottendono una tensione legata
alla precarietà e al pericolo che l’universo circense conosce. Anche Il
clown addormentato
e Giorno di riposo
sono quadri in cui, anche se la spigolosa secchezza dei personaggi di carta che
incontriamo altrove, cede il passo al tratto dolce e ai toni cromatici caldi,
si può pensare al mestiere del clown come lo ricordiamo dalle irripetibili
pagine di Heinrich Böll.
Il pubblico eterogeneo dell’Auditorium entra nelle sale
del Museo del Territorio, dove la mostra è allestita, e segue felice l’arrivo
del circo senza accorgersi o senza voler ricordare la fatica, il rischio e la
precarietà. A Benaglia il merito di creare un racconto pittorico di evasione e
leggerezza, la stessa leggerezza che, simboleggiata dalla piuma, elemento
ricorrente nei suoi quadri, diventa emblema della libertà indomabile e indomata
persino dal Domatore di piume, non un uomo ma un carillon che agita una corda.
Benaglia’s Circus presenta, accanto alle tele realizzate tra il 2008
e il 2009, anche una serie di sculture di bronzo eseguite con la
bidimensionalità con cui Enrico Benaglia ha abituato l’occhio di chi lo segue
da tempo e che sono state pensate dall’artista sullo stesso tema del circo, ma
realizzate nell’arco di dieci anni.
Leggere queste opere appare al visitatore naturale e
immediato. Nulla a che vedere con tante mostre più o meno “concettuali” alle
quali gli art addicted sono avvezzi. Perché qui è sufficiente farsi guidare dalla
forma e dal colore.
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dal 21 aprile al 23 maggio 2010
Enrico
Benaglia – Benaglia’s Circus
a cura di Alida Maria Sessa
Auditorium – Parco della Musica
Viale Pietro De Coubertin, 34 (zona Flaminio) – 00196 Roma
Orario: tutti i giorni ore 11-18; in occasione di concerti e spettacoli ore
11-21
Ingresso libero
Catalogo Silvana Editoriale
Info: tel. +39 0680241436; info@musicaperroma.it; www.auditorium.com
[exibart]