Nonostante la straordinaria
tradizione tipografica del nostro paese, al di fuori dei circuiti propri degli
appassionati e degli specialisti ben poca attenzione viene solitamente
riservata all’affascinante mondo della stampa d’arte.
Niente di nuovo per gli italici
costumi, si dirà, usi a ignorare bellamente le virtù presenti. Ma proprio per
questo è doppiamente da segnalare un’occasione espositiva come quella offerta
dalla Biblioteca Vallicelliana, dove si può osservare la produzione di uno dei
più raffinati editori d’arte in attività, Alessandro Zanella.
Come ben ricordato in catalogo da
Beatrice Peria, l’attività di Zanella va inserita “
nell’orizzonte appartato
delle private presses”,
botteghe tipografiche dedite a una qualità di stampa assoluta, sviluppatesi sul
finire dell’Ottocento in Inghilterra a partire dal magistero di
William
Morris e della
sua Kelmott Press come una sorta di resistenza culturale alla meccanizzazione
commerciale della produzione libraria.
Libri realizzati al torchio in
tirature limitate, attenzione maniacale per i dettagli nella struttura
tipografica, dove la scelta dei caratteri e l’impostazione della pagina mirano
a una trasparenza rispetto alla parola scritta mai abbastanza elogiata,
combinazioni magistrali del testo con immagini appositamente realizzate da
grandi artisti. Tutte le caratteristiche più tipiche della stampa d’arte si
ritrovano nella produzione di Zanella, il quale sin dall’inizio degli anni ‘80,
nella quiete della sua bottega in provincia di Verona, ha realizzato decine di
titoli di assoluto interesse, spesso opere di importanti poeti combinate a
interventi di artisti del calibro di
Giulia Napoleone,
Mimmo Paladino,
Guido Strazza,
Joe Tilson (l’elenco potrebbe continuare a
lungo).
Non sono molte le esperienze
attualmente paragonabili, perlomeno in Italia, a quelle di Zanella e delle sue
edizioni Ampersand: vengono in mente le Edizioni del Bulino a Roma, le Tallone
ad Alpignano, la bottega di Giorgio Upiglio a Milano o, ancora a Verona,
l’Officina Bodoni.
In tutti i casi, si tratta di
percorsi dove la tipografia si combina a sapienze manuali minuziosamente
conservate, gusto ed eruzione con esiti di ammirata ricchezza espressiva, fino
a esprimere un’arte nascosta quanto sontuosa.
Per usare le parole di Zanella
riportate in catalogo, in effetti, “
quando ogni passo viene eseguito con
cura e l’allestimento è quello appropriato, quando l’inchiostro tira al punto
giusto e la carta umida è pronta ad accogliere il morso del carattere, l’impressione
del segno, netta e incisa, è un lampo la sua forma nera ancora lucente, e il
desiderio è quello di sfiorarla in punta di dita per valutarne al tatto la
qualità. Soddisfazione e piacere”.