Ceccoli,
molto apprezzata anche in Nordamerica e vincitrice di numerosi riconoscimenti a
livello internazionale, prende in prestito da Lewis Carroll la sua Alice per
renderla metafora del delicato passaggio che dall’infanzia porta al mondo degli
adulti. Un viaggio senza ritorno, che l’artista compie prima di tutto in se
stessa, lasciando trapelare un variegato paesaggio di emozioni contrastanti,
ormai donna.
Sebbene
sia tratteggiata con grande levità e senza alcuna arroganza, c’è infatti una
femminilitĂ chiaramente visibile nelle opere di Ceccoli: la protagonista, una
bambola-bambina, gioca con le luci e le ombre di una se stessa sfaccettata,
indefinita, quasi indecisa, che si muove lentamente in ambienti silenziosi,
fatti di nebbie e zucchero filato. Giocattoli, spille e bottoni, conigli e
serpenti circondano il soggetto prediletto delle tele, una bambina a metĂ ,
divisa tra il disincanto e la paura, l’ingenuità e la purezza.
Ecco
allora che questa bambola silenziosa, dai tratti dolci e dagli occhi
particolarmente espressivi, eppure sempre pensierosi, trascina il fruitore in
un mondo parallelo, popolato da mostri, fantastiche avventure e creature
simboliche. L’ambiente descritto, un po’ macabro e un po’ innocente, appare
delicato come la porcellana, eppure al tempo stesso indistruttibile, anche al
trascorrere del tempo: i colori tenui – a volte algidi, altre più caldi – dei
dieci lavori inediti di questa mostra, realizzati in acrilico su carta,
sembrano esaltare ancor più l’estrema precisione del tratto dell’artista, la
cui mano appare completamente al servizio di quella che potremmo definire una
suggestiva “poetica del ricordo”.
Opere
che Ceccoli dipinge senza alcuna sbavatura, ma che di certo non possono essere
definite “fredde”; al contrario, ogni tela rappresenta un varco dalla realtĂ
all’immaginazione, un passaggio surreale e simbolico che indica la strada
maestra per riappropriarsi, almeno nel tempo effimero di uno sguardo, di quel
meraviglioso universo infantile scomparso nell’oblio senza lasciare più
traccia. Un universo che può tornare in vita soltanto attraverso il sogno, o
l’incubo, se necessario.
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In
collettiva alla Dorothy Circus
La
Capitale fa pop
mostra
visitata il 17 novembre 2010
dal
29 ottobre al 23 dicembre 2010
Nicoletta Ceccoli – Incubi Celesti
a cura di Alexandra Mazzanti
Dorothy Circus Gallery
Via Nuoro, 17 (zona Pigneto) – 00182 Roma
Orario: da martedì a giovedì ore 11.30-19.30; venerdì e sabato ore 15.30-19.30
Ingresso libero
Catalogo Venusdea
Info: tel. +39 067021179; info@dorothycircusgallery.com; www.dorothycircusgallery.com
[exibart]
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