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fino al 24.V.2008 | Ferdinando Califano | Roma, Hybrida

di - 21 Maggio 2008
Le fotografie di Ferdinando Califano (Roccapiemonte, Salerno, 1957) riescono a vivere. Respirano, emanano fluido emotivo. Attirano il visitatore come una calamita. Sembrano in attesa di ricevere una qualche risposta. Le sue immagini hanno la sensibilità dei dipinti; e non è un caso, perché Califano ha cominciato la propria attività artistica come pittore. Dopo il diploma all’Accademia di Belle Arti a Napoli, nei ’70 Califano incontra Mimmo Jodice, che diventa subito suo maestro. Poi, in un percorso di continua ricerca stilistica, il “pittore prestato alla fotografia” apprende anche la lezione di Luigi Ghirri, Guido Guidi e Gabriele Basilico.
Ben presto il pennello sarà sostituito dalla fedele Canon. Non lo abbandonerà più, spingendolo Califano a imboccare una personalissima strada artistica, fatta di originalità e studio delle forme. Sembra che sia proprio la realtà a chiamarlo a sé, come se non aspettasse altro che essere interpretata e posseduta dal suo occhio meccanico.
Califano non viene mai meno alla sua missione di artista: il suo gusto pittorico traspare chiaramente da ogni scatto e tutti i soggetti non vengono mai immortalati in modo sterile ma, al contrario, appaiono rielaborati dinamicamente. Il segreto sta tutto nel cercare in modo incessante le suggestioni create dalle metamorfosi (naturali e non) che si verificano nel mondo circostante. Senza aver paura di scoprire sentimenti di dolore, angoscia, paura, che fanno parte della vita, accanto alla gioia. Con il coraggio di porsi domande e affrontare il mistero insondabile della nostra esistenza vissuta accanto ad altri organismi (animati e non) che, come noi, compongono l’immensità del cosmo.

La mostra Fotovive -una raccolta di cinquanta scatti appartenenti alla serie Sorprendersi nel vero, realizzata tra il 2006 e il 2008- esprime proprio l’interesse dell’artista per la strana dinamica che la luce, il mare, il vento, il cielo, insomma tutti i frutti della natura instaurano con l’apparente immobilità della pietra, degli alberi, dei sassi. Ma intorno a ogni immagine, vigile, c’è sempre l’uomo, con i suoi sogni e le sue incertezze, chiamato in causa a interrogarsi sul proprio ruolo e su come sia possibile interagire dialetticamente con madre natura.
Califano sceglie di rappresentare ciò che osserva attraverso il bianco e il nero, elementi complementari come il giorno e la notte. La stampa al carbone esalta il contrasto fra le luci e le ombre: ecco allora che il nero diventa un abisso dalle profondità inedite e il bianco quasi abbaglia gli occhi nella sua limpidezza, in un gioco espressivo di forte impatto. Così facendo, la tradizione si mescola all’innovazione, creando una miscela profondamente emotiva, che spinge ad analizzare ogni immagine, rifuggendo da uno sguardo furtivo e superficiale.

Califano racconta il miracolo della vita e della morte, la potenza dell’amore e gli strani scherzi del caso con sapienza formale e grande emotività.

marzia apice
mostra visitata il 15 maggio 2008


dal 2 al 24 maggio 2008
Ferdinando Califano – Fotovive
a cura di Roberto Gramiccia
Hybrida Contemporanea
Via Reggio Emilia, 32 (zona Macro) – 00198 Roma
Orario: da martedì a sabato 16-20.30; mattina su appuntamento
Ingresso libero
Catalogo con testi di R. Gramiccia e S. Marrazzo
Info: tel./fax +39 0699706573; info@hybridacontemporanea.it; www.hybridacontemporanea.it

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