Gianluigi Toccafondo (San Marino, 1965; vive a Milano e in provincia di Bologna) ed
Emma Dante (Palermo, 1967) sono due artisti radicalmente diversi tra loro. Negli anni hanno percorso strade separate che li hanno portati a esplorare mondi lontani: le immagini sono per lui ciò che le parole significano per lei. Il loro primo incontro avviene oggi per diventare una mostra e un libro e, quasi inspiegabilmente, l’esperimento appare fruttuoso, emozionante, riflessivo, senza però essere mai facile né scontato. Tutto si manifesta naturale e finalmente possibile in questa mostra intitolata
La favola del pesce cambiato.
Il risultato è un interessante momento di creatività: questa volta l’arte è lo strumento necessario per parlare ai più piccoli in modo sincero e, allo stesso tempo, per rivolgersi anche ai grandi che questi bambini dovrebbero educare. Obiettivo difficile e rivoluzionario proprio perché insperatamente possibile.
Mentre su uno schermo scorrono i film animati di Toccafondo (notevolmente poetico è
Pinocchio, 1999), sulle pareti prende vita la storia di un piccolo pesce,
nato per caso e impreparato alla vita. Si tratta davvero di una favola, della più bella favola che si possa raccontare: quella della nascita della vita. Il pesciolino, dopo una corsa estenuante, sul filo di lana raggiunge per primo il traguardo, ottenendo la meritata vittoria. Tutto intorno, dapprima è un trionfo, poi pian piano subentra il silenzio: c’è solo acqua, tanta acqua calda in cui il pesciolino è immerso e quasi imprigionato. All’improvviso il miracolo di una voce, di cui è impossibile non innamorarsi perdutamente. È la voce dell’Oceano, un suono che racchiude in sé tutto ciò che il piccolo pesce possa desiderare.
Ma ancora è presto per raggiungerla: dovrà aspettare e, fino ad allora, cullarsi nella calda e accogliente piscina. Finalmente arriva il momento di uscire e di affacciarsi a una vita che lo sta aspettando: confusione, paura, uno schiaffo, il primo respiro. Ad accoglierlo ancora quella voce, così lungamente desiderata, e un corpo, quello materno, capace di un abbraccio indimenticabile e necessario.
I disegni di Toccafondo sono abbozzati, diluiti, con pennellate in cui il colore e l’espressività del tratto sono gli elementi più significativi. A questi si accompagnano le parole semplici e allo stesso tempo poetiche che Emma Dante scrive con una grafia infantile ma decisa. Il testo incontra dunque il disegno dando vita a una trasformazione affascinante. Il mondo della fiaba è in continua evoluzione, proprio come la nostra vita. Ecco perché grazie alla mostra (e al libro) il pubblico adulto può fondersi a quello infantile, proprio in virtù del fatto che i tanti i punti di vista che sembrano scontrarsi, in realtà creano sempre qualcosa d’altro.
La favola del pesce cambiato è l’unione della sensibilità dell’uomo con la complessità della donna. Eppure non c’è contrasto né aggressività in questo continuo fluire di differenze. C’è solo una profonda complicità, artistica ed espressiva.
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Praticamente pare trattarsi della stessa identica serie di illustrazioni esposte alla Galelria Dell'Imagine a Riminin nel novembre scorso se ben ricordo. Dove io ho esposto a maggio...