05 ottobre 2010

fino al 24.X.2010 Sante Monachesi Roma, Museo Fondazione Roma

 
Dai cieli del Futurismo all’universo Agrà. Si parte dalle Marche e si passa per Roma e Parigi, attraversando il Novecento. Un viaggio che inizia cento anni fa...

di

Se si dovesse scegliere una canzone per descrivere la vita
e l’opera di Sante Monachesi (Macerata, 1910 – Roma, 1991), la più appropriata sarebbe
la celebre Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno. Ricordando la necessità di sognare,
racchiusa con sottile ironia nel testo di quel brano, risulta agevole
individuare nel medesimo desiderio di libertà il filo conduttore delle
creazioni esposte al Museo Fondazione Roma.

Sono trascorsi cento anni dalla nascita dell’artista e,
per questa occasione, all’incirca cento opere vengono chiamate a comporre la
prima antologica dedicatagli nella Capitale. L’omaggio si apre con gli anni
‘30, decennio in cui il giovane Monachesi è tra i numerosi seguaci di Filippo Tommaso Marinetti, con i quali condivide
l’entusiasmo per la potenza dinamica dell’aeroplano, oggetto-simbolo del mito
del volo meccanico celebrato dall’aeropittura.

Dipinti e sculture – soprattutto gli allumini a luce
mobile – rimangono a testimoniare il periodo trascorso come futurista,
un’etichetta che l’artista sembra mettere in discussione già all’indomani dello
scoppio della Seconda guerra mondiale. Sante Monachesi - Autoritratto - 1944 - olio su tavola - cm 80x60 - coll. privata, RomaL’euforia e la fede nel futuro, lasciano
spazio a un bisogno di ritrovare nuovamente nel passato una fonte
d’ispirazione.

I difficile anni del dopoguerra trascorrono nella ripresa
di generi tradizionali come la natura morta, il ritratto e il paesaggio, ai
quali si accompagna una pennellata e un uso del colore debitori
dell’Espressionismo francese.

Sollecitata dai continui soggiorni a Parigi, l’arte di
Monachesi si avvia negli anni ‘50 a una progressiva sintesi dei volumi, basata
su un utilizzo di larghe campiture cromatiche, elette a elementi portanti nella
costruzione dell’immagine. Frutto emblematico di questo periodo rimane la serie
dei Muri ciechi,
dove solo poche tracce degli scorci di Parigi restano a rappresentare l’attesa
di un cambiamento.

Sarà
il 1962 a inaugurare per l’artista una nuova avventura, quando i tentativi di conquistare lo spazio da
parte di Stati Uniti e Unione Sovietica stimolano in Monachesi l’esigenza di
ideare un nuovo movimento, che chiamerà “Agravitazionale”. Aprendo questo nuovo ambizioso capitolo,
Monachesi non smentisce il suo eterogeneo iter artistico, dominato da un animo
curioso, entusiasta e sempre pronto a reinventarsi. “Agrà sa quel che fa e
fa quel che gli va”
: l’allegria di
questo motto, ricordato dalla figlia Luce, riassume la nuova predisposizione
dell’artista, che si tuffa in nuove ardite sperimentazioni, dandosi alla
lavorazione di materiali inconsueti.

Sante Monachesi - Evelpiuma - 1961 - gommapiuma - cm 123x60 - coll. privata, Roma
L’ultima
parte dell’esposizione è proprio dominata dal fascino sinuoso delle
fosforescenti opere in metacrilato e dalla straniante leggerezza delle Evelpiume. Queste creazioni in gommapiuma, legate con fili
che le plasmano e le sospendono nel vuoto, celano il ricordo mai sopito
dell’esperienza futurista e fanno concludere la rassegna con lo sguardo dello
spettatore rivolto verso il cielo. In perfetto stile Monachesi.

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20 settembre al 24 ottobre 2010

Sante
Monachesi 1910-1991

a
cura di Stefano Papetti

Museo Fondazione Roma

Via del Corso, 320 – 00186 Roma

Orario: da martedì a domenica ore
11-20 (la biglietteria chiude un’ora prima)

Ingresso: intero € 6; ridotto € 4

Catalogo De Luca Editori d’Arte

Info: tel. +39 066786209; info@fondazioneroma.it; www.fondazioneromamuseo.it

 

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