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Fino al 25.I.2014 | Rero Supervised Indipendence | Wunderkammern, Roma

di - 10 Gennaio 2014
Se camminando in un prato leggete la grande scritta NATURE MORTE, o se vedete la facciata di un palazzo interamente attraversata dalla parola DEGAGE, siete davanti a due opere di Alexis Devevert (Baune Francia, 1983), in arte Rero. Street artist francese, Rero, si esprime esclusivamente attraverso parole o frasi che pone nei contesti più diversi. Le sue provocazioni, i suoi messaggi,  sono tutti realizzati in carattere Verdana maiuscolo e poi barrati da una linea continua dello stesso corpo, restando comunque perfettamente leggibili.
Il Verdana scelto da Rero per i suoi lavori, font realizzato dalla Microsoft nel 1996, è semplice e di grande leggibilità e viene usato solitamente per inserire lunghi testi in poco spazio: l’uso che ne fa l’artista è l’opposto: brevi testi in ampi spazi.
Sono molti gli artisti che hanno affidato alla parola scritta la loro poetica, ma Rero si distingue per una scrupolosa ricerca  nella scelta delle parole e una gran cura della forma grafica con cui il testo è realizzato: l’idea della “cancellazione” è indubbiamente geniale in quanto attira l’attenzione del lettore molto più di una sottolineatura. Per l’artista è poi fondamentale l’individuazione del supporto dove porre l’opera, “devo appropriarmi di un luogo, ed è importante che non sia stato progettato per accogliere un mio intervento” tiene a precisare l’artista. Siano essi all’aperto, nel verde, come i suoi lavori più recenti dedicati alla “sacralità” della natura troppo spesso non rispettata dall’uomo, o su pareti e muri esterni o all’interno di edifici. L’opera deve infatti interagire con il luogo che l’accoglie ed arrivare a modificarne il contesto: è proprio questo il fine ultimo che si prefigge Rero e che fa di lui un artista concettuale, figura anomala tra gli street artists, categoria a cui Rero a tutti gli effetti appartiene. Come scrive Achille Bonito Oliva nella presentazione della mostra, con Rero “l’arte concettuale trova un’estensione fuori dagli spazi espositivi tradizionali ed acquista la possibilità di dialogare con l’architettura”. Tuttavia la negazione dell’immagine con l’uso della sola parola scritta e per di più “cancellata” è solo apparente, in quanto l’opera ha un suo forte valore estetico intrinseco, mai puramente decorativo.
In questa sua prima mostra in Italia, a Roma, alla galleria Wunderkammern, Rero presenta una serie di opere nuove con testi in francese, inglese, ed uno anche in italiano con un chiaro riferimento ad un nostro uomo politico. I supporti sono i più vari, si va da lenzuola a pagine di libri e giornali, dai piatti di ceramica a pezzi di tappezzeria: nel sotterraneo della galleria la scritta a neon DAMNATIO MEMORIAE ricorda la cattiveria di Caracalla nei confronti del fratello Geta. L’artista ha intitolato la mostra Supervised Indipendence, termine che è stato usato per il Kosovo, quale Repubblica tecnicamente indipendente ma non ancora ritenuta tale dalla comunità internazionale: un ossimoro che Rero utilizza per esaminare il cambiamento e le difficoltà della nostra società. Sono infatti proprio le immagini e i comportamenti fortemente contraddittori di questa società, ad attrarre Rero ed a ispirare il suo lavoro. Le sue parole vogliono catturare l’attenzione del lettore, entrare in relazione con lui, con la sua sensibilità e provocargli una riflessione sul tema dell’opera.
Durante il suo soggiorno romano in occasione della mostra, Rero ne ha riprodotto il titolo su tre facciate della sede DAMS dell’Università di Roma Tre all’Ostiense, tuttora visibile, le sue altre installazioni e performance realizzate nell’occasione sono ben documentate all’indirizzo facebook della galleria.
Pierluigi Sacconi
Mostra visitata il 11 dicembre 2013
dal 30 novembre 2013 al 25 gennaio 2014
Rero Supervised Independence
Wunderkammern
via Gabrio Serbelloni 124
00176 Roma
Orari:dal mercoledì al sabato dalle 17.00 alle 20.00
@https://twitter.com/pilus

Giornalista pubblicista dal 2004. Vive in Italia, Svizzera e Stati Uniti.

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