03 aprile 2006

fino al 25.VI.2006 Antonello da Messina Roma, Scuderie del Quirinale

 
L’occasione è unica. Quaranta opere di Antonello da Messina, cioè quasi tutte, riunite in una sola sede. I soggetti religiosi, i penetranti ritratti e i tanto chiacchierati rapporti con le Fiandre...

di

Il massimo dell’analitico dentro il massimo del sintetico. In poche parole Mauro Lucco, curatore della mostra, riassume l’opera di Antonello da Messina (1431-1479). Poco meno di 40 opere su un totale di 45 riconosciute, tra gli assenti la Pala di San Cassiano (Vienna, Kunsthistorisches Museum) e il Cristo Benedicente (Londra, The National Gallery). La mostra, frutto di cinque anni di lavoro, presenta la quasi totalità del corpus dell’opera del pittore messinese, accostata ad un cospicuo numero di lavori utili ad un confronto stilistico ed iconografico. Veneti (come Bellini, Cima da Conegliano), napoletani (come il suo maestro Colantonio) fiamminghi (Jan van Eyck), ma anche scultori come Francesco Laurana.
La possibilità di poter apprezzare in un’unica sede quasi tutte le sue opere è preziosa non solo alla ricostruzione visiva del corpus pittorico ma soprattutto per capirne lo sviluppo, dalle origini al termine della carriera. Un contributo alla comprensione dei suoi rapporti, in termini pittorici, con le Fiandre è presente in catalogo, e mette in luce come i due linguaggi (italiano e nord-europeo) convivano in perfetto equilibrio, mai disgiunti. E se da un lato l’accostamento a questo tipo di pittura ha sempre contraddistinto l’analisi di Antonello da Messina, ora se ne vuole indagare a fondo la motivazione. Si mettono così in evidenza non solo gli accostamenti stilistici, quali appunto il gusto del dettaglio sia per gli oggetti in primo piano che nelle descrizioni sullo sfondo, ma anche le differenze legate alla tecnica. La scelta del supporto ligneo, lo strato preparatorio, il tipo di olio usato. Grande attenzione è posta ad evidenziare se facesse uso di disegno preparatorio, emergendo come il pittorAntonello da Messina, San Gerolamo nello studio Londra, National Gallery e impiegasse segni di contorno, stesi a pennello in colore grigio. O ancora l’impiego di disegno tratteggiato per la collocazione delle ombre, utile anche come indicazione per la bottega, laddove se ne servisse come aiuto per accelerare i tempi. Oltre a capolavori come L’Annunciata di Palermo, il San Sebastiano di Dresda, il San Girolamo nello studio (Londra), e la Madonna Salting, un discorso a parte meritano i ritratti. Ispirandosi ai modelli delle Fiandre, Antonello porta in Italia l’uso di una ritrattistica non più destinata solo ad illustri personaggi, come i regnanti, ma anche a volti anonimi. Di dimensioni ridotte, in modo da essere portati con facilità, questi ritratti traducono emozioni e ricordi, entrano nella vita privata, dialogano con lo spettatore anticipando la lezione leonardesca. Questa indagine psicologica non è solo destinata alla ritrattistica privata, ma caratterizza anche quella devozionale, come per l’Annunciata, gli Ecce Homo, i volti del Cristo e dell’Angelo nella Pietà di Madrid, solo per citarne alcuni. Laddove non è stato possibile portare in mostra opere fondamentali, si è integrato con un attento esame delle stesse in catalogo, offrendo una visione veramente completa del pittore.

valentina correr
mostra visitata il 17 marzo 2006


Antonello da Messina
Roma – Scuderie del Quirinale, via XXIV Maggio 16
www.scuderiequirinale.it
Dal 18 marzo al 25 giugno 2006
Ingresso € 10 intero, € 7.50 ridotto
Orari: da domenica a giovedì 10.00 – 20.00, venerdì e sabato 10.00 – 22.30
L’ingresso è consentito fino ad un’ora prima della chiusura
Catalogo Silvana Editoriale € 35, in mostra € 29
info 06/39967500 – www.mostraantonellodamessina.it


[exibart]

10 Commenti

  1. ASSURDO!!! Da molto tempo Exibart rappresenta per me una delle miglori fonti per le novità espositive in Italia.Purtroppo devo ammettere per per quanto documentate “alcune” recensioni non sono all’altezza del sito.Questa di Antonello da Messina tocca il culmine.Non so se la Correr-l’autrice- abbia conoscenza approfondita del maestro siciliano,e quantomeno si sia ben documentata sulla mostra.Innanzitutto manca la totale distinzione dei fatti esplicati dal catalogo e dal curatore(m.Lucco), e tutta la storia critica su Antonello degli ultimi Cnquanta anni.La recensione tace sullo slittamento critico che gli autori delle schede di catalogo hanno apportato alle opere.Tace sulla improbabile,e instabile revisione filologica e analitica che si vuole accreditare ad Antonello.Tace sulla scarsa attezione dedicata all’allestimento,e all’illuminazione.Tace sul perchè le opere giovaili-la virgo advogata di Como-fondamantale, che ha permesso agli storici dell’arte,Longhi in primis,e Ferdinando Bologna poi,di ricostruire i primi passi del verbo antonellesco,non venga riconosciuta la paternità del maestro.Tace sul come sia stato possibile scrivere un catalogo in cui si esclude totalmente la filiazione diretta di Piero della Francesa da parte del maestro… e la stitica documentazione delle “cose europee” che avvenivano nel meridione.Solo la qualità eccelsa delle opere rendono appetibile la mostra.Quindi,credo che per poter scrivere una recensione,non basti solo aver visto la mostra,oppure leggere il comunicato.DOCUMENTATEVI!

  2. Gentile signore,
    ho aspettato a risponderle ma il suo intervento è veramente fuori luogo. Una recensione di una mostra non è una recensione di un catalogo, che per alro ho letto perchè sono una storica dell’arte e si conosco bene l’autore Antonello da Messina. Qui non si fa a gara a chi sa di più, certo sfoggio di saperi non è certo indice di preparazione. Ho scritto quel che ritenevo necessario alla fruizione della notizia, chi vuole approfondire lo può fare. Cordiali saluti.

  3. cara valentina…Lasci perdere il commento molto scontato di questo signore…probabilmente avrà appena sostenuto una tesi universitaria proprio su antonello da messina e dunque si è sentito in dovere di far scoprire che c’è ben altro da sapere oltre ad una recenzione/segnalazione. L’università serve a conoscere e capire…a volte no, proprio a nulla. Viva il grande ANTONELLO!

  4. mai si celebrerà abbastanza Giovanni Bellini, ahinoi sempre relegato a fare da comprimario a giganti non più giganteschi di lui (forse quel nome troppo comune e, dunque, poco sexy?)

  5. Correr… ma tu gli rispondi pure? E’ evidente che l’eruditissimo D’Orsi è preda di un parossismo masturbatorio e che, se qui c’è qualcuno che pecca di ignoranza, quello è proprio lui, il quale ignora il fatto che Exibart è un sito di informazione. Dunque di giornalismo. E il giornalismo ha le sue regole, spazi in primis. Ma soprattutto ha il dovere di essere chiaro, di far sapere QUELLO CHE C’è in mostra, piuttosto che tediare i lettori con questioni attributive…

  6. Cara Egregia COLLEGA Correr, non vorrei neppure rispondere ai commenti espressi alla nostra 2disputa”,visto il livello bassissimo degli utenti che hanno criticato i commenti, quasi tutti giovani incompetenti alle prime armi.I quali confondono l’arroganza con la volontà di ribadire “esperienze” maturate in tretacinque anni di mestiere..
    Gentile Correr, mi dispiace averLa offesa, ma l’informazione e il giornalismo HA DAVVERO LE SUE REGOLE, la documentazione e la fruizione , anche solo marginale, di alcune “cose”, è doverosa..

  7. CHiedo scusa a tutti per aver espresso parole di rabbia..la mia era solo un critica alla mostra, maturatasi,poi in questa recensione, che la decantava ottima, ripeto , esprimo il parere che se una mostra, per quanto bella, dal punto di vista delle opere,ma disabile nell’analisi stilistica e attribbutiva delle ,deve essere bandita,e non invece ricevere una recensione ottima come questa,perchè ripeto la mostra propone molti dubbi, almeno chi è competente, come la Dott. Correr,non può chidere gli occhi… chiedo scusa ai permalosi

  8. Cari amici, innanzitutto voglio premettere che sono una storica dell’arte …a scanso di equivoci …
    La disputa è feroce, e credo di voler spezzare una lancia in favore del Dott. D’orsi il quale ha espresso l’oponione di chi , penso,si occupa di arte da molti anni.Con tutto il rispetto per la Dott.sa Correr, la quale si difende affermando che tutta questa erudizione, e dispute attribbutive non trova spazio in un articolo…E’ vero, ma non si può negare che la mostra pecchi non poco sulle argomentazioni, forse troppo sostenute di D’orsi, se lei Correr è davvero a conoscenza dell’opera del maestro e degli sviluppi del catalogo, come sostiene, poteva per esempio chiudere l’articolo con una nota di giudizio ( doveroso!)invece, come leggo nell’articolo, Lei afferma che .. in mancanza di tutte le opere in mostra, il catalogo invece offre una buona conoscenza degli sviluppi dell’arte del maestro.Una favola…Mi creda non è assolutamente vero, la mostra è a “senso unico”.Queste sono opinioni personali.Un saluto a Lei a Voi e al caro signore irritato.Con stima.

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