Dall’incontro di due epoche così apparentemente diverse, non possono che scaturire affascinanti suggestioni, nuove letture e nuovi stimoli. Ed è esattamente questo che Giganti, mostra curata da Ludovico Pratesi, Alessandra Maria Sette e Silvana Rizzo intende fare: aprire un dialogo e un confronto tra antico e moderno proprio in quel territorio misterioso e ancora in parte inesplorato, che è la culla della classicità, i Fori Imperiali.
Proprio in questi giorni infatti, il cuore archeologico della capitale, si apre per ospitare le opere di cinque artisti di fama internazionale, progettate e realizzate appositamente per “affiancarsi” ai maggiori monumenti della Roma Imperiale. Detto così, può sembrare ai più, una lotta impari. Come competere con le antiche bellezze?
Joseph Kosuth invade letteralmente il Foro di Traiano con decine e decine di frammenti di scritte luminose, che riecheggiano il De Architectura di Vitruvio; Domenico Bianchi sceglie un intervento decisamente meno spettacolare e d’impatto, ma non per questo meno forte: l’artista romano colloca sulle rovine del Foro di Augusto dodici fazzoletti di ceramica policroma, simulando l’abbandono di un turista distratto. Maurizio Mochetti ha scelto per la sua opera una collocazione del tutto particolare ma estremamente suggestiva: passati nel Foro di Nerva, attraverso una scaletta di metallo, si accede ad una vera e propria cloca in cui l’artista ha installato la sua Sfera Laser , oggetto colpito e riflesso dal raggio laser, cifra stilistica del “poeta della luce”. Nelle cantine dello stesso foro Michelangelo Pistoletto espone Spalla, grande scultura, che abita la peculiarità dello spazio perfettamente, confondendosi come rovina tra le rovine, frammento tra i frammenti.
Un’ultima considerazione. E’interessante osservare l’approccio che gli artisti hanno con la classicità. E’ forse sintomatico che solamente gli artisti stranieri hanno voluto omaggiare la tradizione con interventi invasivi e spettacolari? Le opere degli italiani hanno un carattere decisamente più intimo e delicato. Credo si possa dire che la diversità di approccio e di interpretazione ad un qualsiasi tema e pensiero è ciò che rende-realmente-stimolante una mostra. Pensateci mentre la visitate.
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Gira voce a roma che domenico bianchi con quei fazzoletti ce se pulisce er...
secondo me non era una volgarità, si magari il tipo è stato un po rozzo, ma si sa che i 'rumors' capitolini non si caratterizzano dall'humor inglese...
E' veramente un pò squallido usare internet per essere osceni e gratuiti. Ma, d'altra parte, sembra che la gente ci provi gusto. Soprattutto quella frustrata da manie di protagonismo. A buon intenditore poche parole.
Il problema è un altro,finchè si sosterranno artisti insulsi (nel suo lavoro)come Bianchi non ci si deve lamentare se poi gli artisti italiani invitati in grandi mostre internazionali sono sempre e solo i stessi tre. In questa mostra si può vedere e constatare in maniera imbarazzante anche per tutti gli artisti italiani (per fortuna c'era il bravo Mochetti che risollevava in parte le sorti dell'arte contenporane nazionale)la differenza di spessore e valore del lavoro degli artisti internazionali e quello del italianetto Bianchi.
Contro il quale poveretto non ho nulla..... ma dovrebbe smettere di pagare adetti ai lavori per fare mostre a destra e sinistra e lasciare queste buone occasione di eventi ad artisti magari più giovani ma sicuramente più meritevoli. Perche purtroppo come diceva un mio amico le risorse per gli artisti qui in italia sono molto limitate e pertanto bisogna utilizzarle al meglio e far si che chi gestisce la vetrina internazionale concedendo passibiltà ai nuovi e bravi artisti esistenti magari da nessuno sostenuti, perche poveri in canna.
Però poi accade che sia criticato il lavoro delle poche gallerie che tentano di promuovere i giovani (assolvendo ad un obbligo che dovrebbe essere istituzionale) perché "tutto qull'ambiente punta ai soli risultati di mercato o perché l'artista X si vede solo nelle gallerie perché è schiavo del mercato".
L'arte è tante cose, tra cui anche un lavoro per artisti e galleristi. Aceto dice che sono i soliti 3 ad essere presenti nelle esposizioni internazionali. E allora, per una volta, facciamo anche un po' di mea culpa: in quanti, tra quelli che vedranno Klimt, Picasso, Munch e Monet andranno a visitate (=sostenere) le già poche mostre dell'interessante(!) generazione di artisti italiani? E per i collezionisti: perché puntare esclusivamente su artisti riconosciuti e non scommettere, con poche lire, sui giovani italiani contribuendo a sostenere un movimento che sta dando forti segnali di ripresa?
Insomma pretendiamo, noi prima di tutto, che all'arte italiana attuale sia dato il giusto riconoscimento: andiamo a visitare le mostre, accompagniamoci gli amici, parliamone tra noi, compriamo le opere degli artisti italiani invece di spenderci una milionata per prenderci un poster di Kandinskij ed incorniciarlo come si deve.
Le affermazioni pesanti sul maestro Domenico Bianchi, seppur frutto di una legittima opinione, dovrebbero essere confermate facendo nomi e congnomi. Cerchiamo di non gettar fango sugli artisti nascondendoci dietro l'anonimato o se proprio lo si vuole fare non si parli in generale e si citino persone e fatti reali.
Leggo su Kult di questo mese in una paginetta defilata una classificuzza delle cinquanta 'mejo' gallerie italiane. Indovinate quali sono le prime tre??? E quale è la città che ha di piu dopo Milano??? E soprattutto: quale è la grande assente (ma naturalmente la mitica t293 di Napoli...lo spazio piu interessante del momento...). Ciao va'...
ciao sono mario e da sette anni mi occupo di stone balancing alcune foto dei miei lavori sono esposte sul sito rock-on-rock-on.com/guest mario carnè sarei interessato a sapere da tè che sei nel campo dell arte contemporanea sè cè la possibilità di organizzare una mostra fotografica con esibizione dal vivo.mi piacerebbe sapere sè in italia ci sono altri artisti che praticano lo stone balancing in attesa,ti faccio i miei migliori auguri.tell 347/6915614