In questo inizio stagione, nelle storiche sale de L’Attico campeggiano le monumentali tele di Sergio Ragalzi e Piero Pizzi Cannella . La scelta del gallerista Fabio Sargentini si orienta nuovamente su due tra le figure più importanti che hanno testimoniato ed assistito alla ripresa della sua attività espositiva nell’ ’83. Gli artisti in questione si sfidano su un argomento familiare per entrambi: il corpo della donna ambiguamente vista come madre e femmina sensuale. E sensuali sono le pennellate di Ragalzi che accarezzano e disegnano con pastosità materica le sinuose curve femminili, talvolta aggettanti dalla tela in forma di barattoli accartocciati o in grumi di colore
Le nude forme dell’artista torinese incontrano in questa occasione i vestiti del romano Pizzi Cannella, definiti da tratti di pennello verticali e curvilinei e spesso inclusi in anguste architetture. Sono abiti eleganti e sofisticati, adatti ad essere colmati da formosi corpi femminili, contrapponendosi alla nudità primordiale delle grandi madri ragalziane. Sono abiti che reclamano un’assenza, l’assenza del corpo che li ha informati, abiti ansiosi di adornare una donna. Al contrario del suo compagno torinese, Pizzi Cannella ha dunque rivolto la sua ricerca sull’involucro esterno del corpo; tuttavia, questo elemento esteriore rimane pur sempre collegato allo stato d’animo che ad esempio ci spinge a scegliere un abbigliamento piuttosto che un altro.
Corpo e abito: due ossessioni tutte femminili che sembrano non passare mai di moda nella nostra società e che alimentano l’ispirazione di questi artisti, opposti ma complementari nella ri-lettura data da Sargentini. Forse l’allestimento adottato in questa occasione non appare particolarmente sorprendente, come è abituato il visitatore che solitamente frequenta questa galleria: esso privilegia probabilmente un po’ di più i nudi, come nel caso della Gran Madre visibile prospetticamente attraverso le aperture. L’effetto “teatrale” sembra essere affidato al tema e alle dimensioni dei quadri: da fondi indistinti emergono solenni figure fantasmatiche che si impongono frontalmente allo spettatore. Pizzi Cannella e Ragalzi: due personalità molto diverse che qui appaiono fuse armoniosamente, pur mantenendo vive e presenti le loro precipue caratteristiche.
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marina valentini
mostra vista il 12.XI.2002
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