Il Settecento, secolo dei lumi. Ma anche epoca di grandi eventi storici, come la rivoluzione francese e quella americana. Roma nel XVIII secolo è una meta obbligata per i viaggiatori del Gran Tour che si apprestano a visitare i più importanti siti artistici italiani. Si continua a costruire, ma in misura più limitata rispetto ai secoli precedenti, visto il precario stato delle finanze pontificie.
Ma bisogna fugare l’idea di una Roma immobile, dopo gli splendori secenteschi. Infatti al Settecento risalgono opere come il porto di Ripetta, il convitto di San Michele a Porta Portese, l’ospedale di Santo Spirito, la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme e la fontana di Trevi, oltre a numerosi lavori di risistemazione e manutenzione delle facciate dei palazzi.
La mostra è suddivisa in tre grandi sezioni: la prima è dedicata alle immagini di Roma e ai ritratti dei protagonisti della città. La seconda riguarda Roma città moderna, di cui fanno parte le sottosezioni il primato delle arti e delle idee, l’Arcadia, uomo e natura e il diffondersi del gusto francese. Nell’ultima sezione viene affrontata l’immagine di Roma quale città cosmopolita e crocevia d’Europa, con il suo patrimonio antico che funge da modello.
Il percorso si apre con una galleria di ritratti che presentano uno spaccato della società settecentesca e delle sue mode. L’autoritratto con moglie e figli di Giuseppe Bartolomeo Chiari mette in risalto l’ascesa sociale della famiglia dell’artista che aveva ottenuto un enorme successo all’inizio del secolo con il grande affresco raffigurante l’apoteosi di Marcantonio Colonna nel Palazzo in SS. Apostoli. Segue il grande ritratto di Giacinta Ruspoli Marescotti Orsini che la ritrae imponente in un abito di seta scura grande quasi quanto tutta la tela.
Emblematici della città capitolina, vista come capitale internazionale delle arti, sono i due celeberrimi dipinti di Giovanni Paolo Pannini (Galleria immaginaria di vedute di Roma moderna e Galleria immaginaria di vedute di Roma antica), provenienti dal Metropolitan Museum di New York. Essi raffigurano una Roma antica e una Roma moderna, ritratte all’interno di collezioni immaginarie, in linea con il gusto per il collezionismo, tipico dell’epoca.
In mostra anche una testimonianza storica importante per il settore architettura. Nel 1732 fu lanciato infatti un grande concorso per la nuova facciata della basilica lateranense, ed è possibile vedere l’unico modello che si è salvato attraverso i secoli, quello eseguito da Ludovico Rusconi Sassi, architetto romano molto conosciuto all’epoca. Degno di nota l’andamento concavo – convesso della facciata, di chiara ispirazione borrominiana.
Ma il Settecento nella Capitale non transita esclusivamente per le sale di Palazzo Venezia. In parallelo con la mostra di Palazzo Venezia, sono da segnalare una serie di concerti organizzati dall’Auditorium Santa Cecilia; una rassegna cinematografica dedicata ai film ambientati nel Settecento, presso l’Istituto S. Michele, e l’apertura straordinaria di palazzi e luoghi settecenteschi della città.
consuelo valenzuela
mostra visitata il 10 novembre 2005
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Un solo appunto ad una mostra veramente ben fatta dove i tre anni di preparazione si vedono tutti: una locandina firmata Saatchi&Saatchi con il ritratto di Pannini (di Blanchet) abilmente ritoccato. Un noto parrucchiere romano,con tanto di forbici e pettine, aggiusta l'acconciatura al pittore. Il proprietario del quadro da buon inglese ha sorriso alla trovata pubblicitaria, ma c'è proprio poco da ridere. Giudicate voi, la locandina è ovunque, anche sul sito.