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negli spazi di via del Consolato. Si conferma forte il sodalizio fra l’artista
torinese e la giovane galleria romana, che già ha ospitato Ragalzi nel 2007 con
le sue Voliere e, di recente, ne ha
riproposto alcuni lavori all’interno della collettiva L’esordio romano, al fianco di Pizzi
Cannella, Tirelli e Nunzio (uniti tutti nel segno di Fabio
Sargentini). Così, dopo l’installazione Genetica
2093 al Macro, Ragalzi torna a Roma e stavolta da Delloro mette in mostra
gli ultimi lavori.
Con Nerocorpo l’artista presenta cinque sculture di grande formato in
ferro e vernice nera che girano intorno al tema nodale della sua intera
produzione: il desiderio costante di ricondurre il femminile e il maschile alla
propria dimensione simbolico-archetipica. L’aspetto materico della scultura è
dominante, la sostanza è grumosa, violenta, sensuale e la vernice nera, come
bitume, si unisce alla superficie, la avvolge per accompagnarla negli squarci e
nelle lacerazioni.
In questo modo, alla tinta del
nero, che scorre liscia sul ferro per incresparsi poi all’altezza delle
fenditure del ferro, è affidato il compito di ricondurre, insieme alle
suggestioni della forma, a una dimensione quasi primitiva del concetto di
corporeità. Nei Corpi si intravede,
infatti, un’idea ancestrale di rappresentazione della figura. La scultura si
dimostra allora viscerale e, paradossalmente, cupa e insieme limpida, sporca e
nello stesso tempo ordinata e razionale.
Farfalla nera è un altro grande metallo, reso immobile nel
momento in cui si prepara a dispiegare le sue ali di ferro, a metà fra un
tentativo di volo e una crocifissione. Il rimando simbolico è all’immagine
sessuale femminile, lo stesso che ritroviamo nei dipinti di piccolo formato.
Al piano interrato della
galleria, invece, in uno spazio particolarmente adatto perché tetro e
sotterraneo, Ragalzi ha realizzato appositamente per Delloro un’opera che avvolge
l’intero ambiente, Madre. Scendendo
le scale, si arriva in una zona vagamente cavernosa con cui l’installazione
interagisce in maniera perfetta. Ora la nozione di corpo è indagata per
sottrazione e mediante l’idea di assenza. In Madre compaiono tracce della presenza umana, residui del
quotidiano: una sedia all’ombra di un grande ombrello, un paio di scarpe da
donna, due scarponi da uomo, una parete nera trafitta da ombrelli chiusi,
lanciati quasi a mo’ di frecce su un bersaglio.
All’interno di un perimetro in
cui agiscono le forze della scultura, chi osserva si vede circondato da
magnetismi poetici ed essenziali e, come sulla scena di un delitto, si accorge
di ritrovarsi di fronte all’impronta di un passaggio, al segno di una presenza,
nella scia di chi, nella sparizione, ha lasciato un accennato frammento di presenza.
Ragalzi
alla Galleria Allegretti
isabella pedicini
mostra visitata il 14 gennaio
2011
dal 9 dicembre 2010 al 26 febbraio 2011
Sergio Ragalzi – Nerocorpo
Galleria
Delloro
Via del Consolato, 10 (zona Via Giulia) – 00186 Roma
Orario: da martedì a sabato ore 16.30-19.30
Ingresso libero
Info: tel. +39 0664760339; info@galleriadelloro.it;
www.galleriadelloro.it
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