Una quadreria sulla “nevrosi” dell’ultimo dipinto. La mostra personale di Gabriele Picco -inaugurata il 30 settembre 2015 a Roma, negli spazi dello SmART- polo per l’arte e curata da Davide Ferri- svela nel titolo,”Last Painting”, l’acronimo LP che a guisa di timbro appare come marchio distintivo in ogni dipinto della sala principale. Infatti, si tratta di una serie di pitture realizzate con quell’atteggiamento di chi è certo che siano le ultime occasioni per consumare rapidamente il gesto, come accadeva per la famosa sigaretta di Zeno Cosinine la Coscienza di Zeno di Italo Svevo. Lo stesso artista ha ricordato quel capitolo, Il fumo, di cui condivide il sentimento del protagonista: “Mi colse un’inquietudine enorme. Pensai: “Giacché mi fa male non fumerò mai più, ma prima voglio farlo per l’ultima volta”. Accesi una sigaretta e mi sentii subito liberato dall’inquietudine”. Un sentimento a lui familiare per via della smania che contraddistingue un fare quotidiano e automatico. Un’inquietudine da poter liberare solo attraverso il gesto della pittura, da rinnegare e poi riaffermare la volta successiva.
Al pari della una pagina di un diario personale, Picco ci ricorda che la sua “dipendenza” dalla pittura risale all’infanzia, presentando un disegno del 1983, realizzato a 9 anni, come prova inconfutabile dell’autenticità del “vizio”. La stessa spontaneità e casualità del disegno dell’83 la ritroviamo in qualche modo nella serie Last Painting: variegata animazione di tele colorate da un segno immediato o studiato, spesso reso tridimensionale dall’applicazione di perle o oggetti, ma sempre firmato dalla sigla LP, unica spia capace di giustificare il gruppo di lavori.
L’immediatezza del gesto infantile richiama quella dell’adulto preso dalla voracità di chi fa una cosa che ama per l’ultima volta. Il rimbalzo ideale tra la distanza storica dei lavori fa ricucire il filo che forse ha condotto l’artista a fare i conti con la propria identità originaria e, sempre facendo un parallelismo con Zeno, permette di collocare la contemporaneità dei gesti in ragioni ancestrali, quasi fuori dal mondo. Così, l’unica scultura in mostra, Il primo cavallo nello spazio, trascina l’osservatore non solo in una dimensione fantastica e in qualche modo legata all’immaginario infantile, ma allo stesso modo lo proietta in una sfera legata alle origini: la struttura cavernicola del cavallo diventa utero dei desideri.
Dai dipinti al disegno, la mostra si svela come una narrazione visiva che parla della promessa di un finale per raccontarne l’inizio.
Giuliana Benassi
mostra visitata il 30 settembre
Dal 30 settembre al 26 febbraio 2015
Gabriele Picco, Ultimo dipinto
SmART- polo per l’arte
Piazza Crati, 6/7, Roma
Orari: da martedì a venerdì, dalle 11:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00 – sabato o altri orari su appuntamento