Picnic in Heaven, prima personale romana di Filippo La Vaccara (Catania, 1972; vive a Milano), rappresenta a prima
vista un tuffo nell’infanzia, direttamente nel mondo immaginifico delle favole.
La semplicità ingenua, quasi elementare dei tratti ricorda i disegni dei
bambini da un lato, e dall’altro il segno illustrativo caratteristico dei
fumetti.Sulle pareti, i quadri dai
colori pastello descrivono poeticamente piccoli frammenti di vita, colti nel
loro essere hic et nunc,
cristallizzati per sempre nel disegno. Non deve sorprendere che l’elemento che
maggiormente colpisce chi guarda sia proprio l’esigenza narrativa espressa da
ogni lavoro: La Vaccara ha il dono di saper evocare anche con poche immagini un
racconto abbozzato, una storia che, seppure mai si evolve, resta comunque uno
spunto da cui partire, un viaggio misterioso che incuriosisce.L’artista parte da un’idea,
la depura da ogni sovrastruttura e poi la riporta sulla tela, rendendola quasi
vergine, solitaria, sospesa: l’obiettivo è guidare il fruitore in un percorso
già stabilito dal creatore dell’opera, ma allo stesso tempo anche di lasciarlo
libero di spaziare con la fantasia.
Anche l’unica scultura
dell’artista presente in galleria non sfugge alle medesime caratteristiche dei
quadri: leggera, delicata, molto lontana dalla pesante matericità a cui si
pensa quando si parla di scultura “tradizionale”, l’opera è la trasposizione
tridimensionale delle figure rappresentate nelle tele. Anch’essa, lontana da
ogni veridicità nelle fattezze, rappresenta l’idea di un personaggio, non la
sua rappresentazione perfetta, proprio come accade nelle opere dipinte.Viene da pensare che lo
sguardo “bambino” con il quale La Vaccara approccia la pratica artistica sia
emblema di un percorso ancora acerbo; ma, al contrario, l’estrema sintesi
narrativa – così eloquente e fluida – è sintomo chiaro di maturità espressiva.
Lo stile dell’artista, infatti, è in simbiosi con l’universo narrativo
comunicato dalle opere: le scene di vita quotidiana vengono ritratte nella loro
essenza, senza dettagli inutili, quasi scarnificate, con il fine ultimo di
mostrare solo ciò che è necessario. Per questo appaiono sospese in una
dimensione in cui il tempo non ha motivo di entrare, in cui ognuno può
ritrovarsi e poi muoversi alla ricerca di un dettaglio nascosto o di una nuova
storia da raccontare.
“Non mi piace l’idea di
creare qualcosa di carino da appendere al muro. Preferisco appendere un dubbio,
un problema, qualcosa da provare a risolvere o superare”, ha dichiarato La Vaccara. Ed è proprio quel
“qualcosa” che l’artista lascia solo intravedere, ma che non svela mai del
tutto, ad animare ogni opera. Proprio per lasciare al fruitore il gusto di
cercare, costruire, immaginare. articoli correlati
Personale
bilocata a Milano
Da
The Flat
Anche
nel 2005
marzia apice
mostra visitata il 28 maggio 2010
dal 13 maggio al 26 giugno 2010
Filippo La Vaccara – Picnic in heaven
Galleria Traghetto
Via Reggio Emilia, 25 (zona Porta Pia) – 00198 Roma
Orario: da martedì a sabato ore 14.30-19.30 o su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel./fax +39 0644291074; roma@galleriatraghetto.it; www.galleriatraghetto.it
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