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Uno era spinto da un bisogno compulsivo al disegno, l’altro da una necessaria sistematicità, Parmigianino e Correggio, entrambi però protagonisti di spicco della scuola di Parma, ora in mostra alle Scuderie del Quirinale fino al 26 giugno.
Lungo le dieci sale espositive si mette in scena la raffinatezza tecnica e intellettuale di due artisti emiliani. Curata da David Eskerdjian, la mostra racconta, con opere provenienti da più di cinquanta musei prestatori, la trama della lunga notte dell’arte correggesca e la delicatezza disegnativa di Parmigianino.
I notturni dell’uno quindi insieme alle morbide note del secondo consentono di comprendere quanto lo sviluppo della scuola parmense abbia influito sull’arte futura e a loro contemporanea. Ci sono in parallelo infatti anche le opere di Anselmi, Rondoni, Bedoli e Gandini del Grano.
Anche se mancano molti dei maggiori capolavori, la doppia alle Scuderie rende conto della vasta produzione e della bravura tecnica dei due astri parmensi.
Francesco Mazzola (Parmigianino) e Antonio Allegri (Correggio) con attitudini diverse e differenti modi di intendere il lavoro indugiano a lungo tra pittura e opere grafiche su temi religiosi e mitologici, su ritratti e opere con precise scelte stilistiche e d’impostazione compositiva.
Tra le opere più significative di Correggio adesso a Roma ci sono oltre alla Danae anche Santa Caterina dalla Royal Collection di Londra. Il mito di Danae è ben noto. Il padre avvisato da un oracolo che il figlio di lei lo avrebbe ucciso, la rinchiude in un’alta torre. Ma una nuvola d’oro scende su di lei e feconderà nel suo ventre. La splendida composizione proveniente dalla Galleria Borghese comprende in un angolo della tela due puttini che scelgono quale prossima freccia scagliare, se quella di piombo o di oro.
L’introspezione psicologica del matrimonio mistico di Santa Caterina, dei primi anni ‘20 del XVI secolo non si trova in altri precedenti se non in Raffaello. La madonna e la santa sono poco più che due fanciulle e dimostrano la maestria di Correggio nel ritrarre l’infanzia.
Un’opera splendidamente realizzata invece da Parmigianino anche se con molti ripensamenti da parte sua è Saturno e Filira (da collezione privata). Sappiamo dai fogli preparatori che solo all’ultimo scelse la posizione semi-inginocchiata di Saturno trasformato in cavallo.
Incantevoli anche i disegni, le matite rosse e gli studi dei nudi e putti. Per i punti di luce del foglio dell’Adorazione dei magi da New York usa per la prima volta la biacca.
Di Parmigianino altrettante interessanti sono le due portelle d’organo (1523) per la chiesa della Madonna della Steccata di Parma.
Forse destinate inizialmente a un’altra chiesa poiché la Steccata fu terminata solo nel 1539 vengono ritoccate da Soens.
Tra i capolavori sono senz’altro da menzionare la Pallade Atena, Antea, Lucrezia, e la cosiddetta “Sposa turca”: un ritratto di giovane donna con un sorriso appena accennato che resta ancora avvolto nel mistero poiché la sua identità non è ancora stata svelata.
Anna de Fazio Siciliano
mostra visitata il 10 marzo
Dal 12 marzo al 26 giugno
Corrreggio e Parmigianino. Arte a Parma nel Cinquecento
Scuderie del Quirinale
Via XXIV maggio, 16, Roma
Orari: da lunedì a domenica dalle 10:00 alle 20:00
Info: 06 3996 7500, www.scuderiequirinale.it