Questa estate quella da te curata si configura come una delle manifestazione dâarte contemporanea piĂš interessanti: focalizzerai lo sguardo sulla scultura dei nostri giovani artisti. da dove nasce e come si è sviluppato il progetto espositivo?
Eviterei di parlare di giovani artisti: non ho infatti selezionato le varie personalitĂ in base a criteri generazionali o anagrafici.
Come è avvenuta la scelta degli artisti?
Ho voluto dimostrare come la scultura italiana segua ormai indirizzi molto diversificati, dalle mozioni iperrealiste di Simone Racheli, alla scultura â azione di Paolo Piscitelli, fino al figurativo di Alex Pinna, allâoggettuale di Loris Cecchini, al comportamentale di Piero Golia. Mi interessava proprio rendere conto di questa pluralitĂ di ricerca. Sono differenti posizioni ed io le trovo tutte assolutamente valide: non è piĂš il caso di fare il discrimine tra i linguaggi, il discrimine devâessere la qualitĂ della ricerca.
I ragazzi presenteranno dei lavori nuovi o âriadatterannoâ pezzi della loro produzione al percorso espositivo âambientaleâ di Sermoneta?
Quasi tutti hanno realizzato un intervento specifico per Sermoneta, come io chiedevo ovviamente. La cosa curiosa è che molti artisti hanno scelto spazi interni, e non un intervento nellâambiente urbano. Questo credo sia lo scotto che paghiamo per non aver avuto un sistema pubblico in grado di supportare lâarte contemporanea in contesto urbano e naturale. Le gallerie â loro malgrado -hanno imposto la logica del âcontenitoreâ, e questo in qualche modo si vede anche a Sermoneta. Tuttavia gli interventi allâesterno non sono pochi e meritano di essere visti.
Si tratta di Piero Golia, artista napoletano di ventisei anni, una delle personalitĂ â a mio parere â piĂš interessanti del panorama artistico nazionale. Golia â come dico nel catalogo della mostra (Silvana Editoriale) â è una sorta di trickster dellâarte contemporanea, è uno che per gioco riesce a dire delle cose molto serie, è un sognatore ed anche uno che conosce i principi della comunicazione molto bene. Ha nascosto veramente un anello prezioso nel paese con lâintento di costituire una sorta di leggenda, lâanello di Sermoneta, che rimarrĂ nellâimmaginario anche dopo la mostra, per anni, fino a quando non sarĂ trovato. Eâ una azione â e unâopera â che non si può comprare, che non si può vedere, e che probabilmente si può solo raccontare.
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