Iseult Labote, giovane fotografa d’origine greca, nasce a Ginevra, dove studia storia dell’arte e scienze politiche e dove si appassiona alla fotografia. I suoi viaggi la portano anche molto lontano, alla scoperta di luoghi interessanti da fermare con la sua Nikon. Paesaggi Urbani è la prima personale dell’artista in Italia, composta da una serie di sue fotografie montate su alluminio.
L’inquadratura si trasforma in vero e proprio linguaggio, capace di dare a forma e materia identità sconosciute, costruendo un nuovo ordine percettivo. Attratta dall’architettura di fabbriche e cantieri in attività, le ricerca in giro per il mondo, dalla Francia alla Svizzera, dalla Germania al Giappone, da Singapore agli Stati Uniti, cogliendone sfumature ed affinità. “Mi piace la vita che si agita dentro questi luoghi pieni di creatività, sono avvolti da un’atmosfera viva in cui si costruisce qualcosa: le nostre case, le nostre città, il nostro mondo”, racconta.
Per i suoi paesaggi urbani l’artista si nutre della luce e del proprio istinto, non ricorrendo ad alcuna elaborazione digitale. Per rifuggire la banalità ed insinuare dubbi le basta creare un’inquadratura ben precisa, facendo sì che oggetti comuni si rianimino di vita nuova attraverso un diverso sguardo.
Pneumatici, scarti, rottami, tubi ricoperti di plastica e sacchi di cemento avvolti in tele sono solo alcuni dei materiali industriali prediletti dall’artista. Nelle foto scattate alla Babolat, che produce racchette da tennis, le corde assumono le sembianze degli spaghetti rendendo del tutto credibile e possibile questa visione. Le composizioni, spesso geometriche ma prive di alcuna messa in scena, vengono a lungo osservate dall’artista prima dello scatto finale, diventando parte di una poesia capace di dare loro una bellezza e una forza diversa, sia emotiva che estetica.
L’artista, che lavora con la luce naturale e che scatta solo nell’istante in cui è assolutamente convinta del risultato, ama però muoversi in un territorio di perplessità, confessando di creare volutamente con i suoi lavori dubbi e incertezze. Le fotografie sono tutte a colori. Iseult Labote racconta infatti di aver lasciato il bianco e nero dal 1990: “mi piace il colore”, afferma, “lo trovo più sottile, più difficile. Una foto in bianco e nero ha quasi sempre una sua magia, è molto più faticoso invece dare un senso artistico alle foto a colori”. In Paesaggi Urbani le immagini, liberate da qualunque costrizione di tipo concettuale, non raccontano nessuna storia. Ritornano alla propria purezza ridefinendo un nuovo ordine percettivo spazio-temporale.
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www.iseultlabote.com
fabrizia palomba
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