Da un lato il lungo espositore che contiene biscotti, dall’altro la mensola curva con la rosea interpretazione di una cassatina, moltiplicata in innumerevoli esemplari.
Food in space è la prima personale dell’artista tedesca Nicole Wermers (Emsdetten 1971, vive a Londra), attualmente a Roma come borsista dell’Accademia Tedesca di Villa Massimo.
“Ridisegnare ciò che è stato disegnato”, come scrive il curatore Luca Lo Pinto, è alla base della poetica di Wermers che sconfina tra arte e design, sia che si tratti di sculture e installazioni in materiali più durevoli (l’acciaio per primo), che di lavori apparentemente più effimeri.
L’incontro con i dolci fa parte dell’esperienza romana, anche se a Londra era già scattata l’attrazione per quelli giapponesi, visti in una pasticceria di Piccadilly. Un suo lavoro di evocazione gastronomica è pubblicato nel “ricettario” di Valeria Napoleone Everything nice and fattening (Koenig Books, London 2012).
«Più che al cibo in sé sono interessata alla sua forma e al design» – spiega l’artista – «I dolci giapponesi sono come sculture minimali. Quando sono arrivata a Roma, passeggiando per la città, ho visto le pasticcerie siciliane scoprendo la relazione simbolica che c’è tra i dolci e la religione e la mitologia, come ad esempio il taglio del seno di Sant’Agata. Mi interessa il legame dei dolci con le storie, così come le loro forme astratte. La maggior parte del mio lavoro scultoreo è astratto, ma ha anche un riferimento concreto alla vita reale. In tutti i miei lavori, del resto, c’è un collegamento alla vita quotidiana».
Il cibo – i dolci – come presenze scultoree più da guardare, quindi, che da mangiare. La stessa Wermers ammette di subirne il fascino per l’aspetto creativo e la loro composizione grafica, ma non potrebbe mai mangiare i dolci siciliani, perché troppo dolci per il suo palato.
Dinamiche che ritroviamo nello spazio espositivo, in cui i dolci si possono osservare, appunto, ma non addentare.
Allo spazio “pubblico” della galleria, giocato sul minimalismo, fa da contraltare uno spazio interno, in un certo senso domestico, che mostra una serie di fotografie a colori alle pareti che raccontano la colazione dell’artista.
Uno sguardo più intimo, quindi, legato alle abitudini dell’artista e a certe ritualità quotidiane. Muesli, yogurt bianco, cucchiaio, piatto, bicchiere…
«Preparare il muesli è un rituale per me. È come la pappa per i bambini. C’è sempre lo yogurt bianco a cui aggiungo vari ingredienti, proprio come nel processo dell’arte»
Processo e funzione hanno un aspetto fondamentale nel lavoro dell’artista, esattamente come arte e design: l’ispirazione è di matrice modernista ma su un piano concettuale che stimola riflessioni sul significato dell’estetica nella società contemporanea.
Manuela de Leonardis
mostra visitata il 5 ottobre 2012
dal 25 settembre al 26 novembre 2012
Nicole Wermers. Food in space
a cura di Luca Lo Pinto
Pigna Project Space
Roma, Via del Gesù 84
Orari: merc.-sab. 16-19.30 o su appuntamento (ch. dom.-lun.-mart.).
Ingresso libero
Info: Tel. 3396419316 (Ilaria Leoni) info@pignaprojectspace.com
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