A distanza di un anno, dopo il grande successo di pubblico e critica riscosso dalla mostra dedicata a Giovan Battista Gaulli, detto “Il Baciccio” (Genova 1639 – Roma 1709), gli studi, le ricerche e le scoperte continuano, e questa mostra, allestita nelle sale dello splendido edificio progettato dal Bernini, ne vuole essere il coronamento. Accanto ad una decina di opere del Baciccio, tra ritratti, pale d’altare e cicli decorativi, la rassegna propone una serie di dipinti provenienti dai depositi del Palazzo, e recuperati grazie ai recenti restauri realizzati dal Comune di Ariccia, dall’Istituto Centrale del Restauro e dalla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Roma. Tra le opere presenti in catalogo è un ampio “Paesaggio con scena di caccia” di Jos de Momper, una serie di ritratti di suore e fanciulle di casa Chigi, ed un’interessante statua in legno raffigurante “Santa Apollonia”, probabilmente da riferirsi ad un modello di Alessandro Algardi. Tornando al nucleo centrale della mostra, costituito dagli splendidi dipinti del Baciccio, c’è da dire che il suo è uno stile festosamente barocco, straordinario per la ricchezza dei colori e la grande agilità nel disegno. Egli si rivelò un felice interprete dei ritratti del suo maestro, tanto da essere definito “Il Bernini in pittura”. La rassegna presenta i risultati dell’attento restauro della pala raffigurante “La morte di San Francesco Saverio ”, conservata nella chiesa di Sant’Agostino ad Ascoli Piceno.
Si tratta di uno dei suoi capolavori e l’intervento, eliminando la vernice ingiallita che ne rendeva difficile la lettura, ha restituito l’originaria luminosità e delicatezza di toni che ne fanno un’opera di spirito settecentesco. Ogni particolare del quadro, dalla straordinaria dissolvenza di azzurri nel paesaggio, al pallido incarnato del Santo, avvolto per contrasto dalla calda luce di Dio, esprimono la morbidezza pittorica dell’artista genovese. In questa occasione il vasto pubblico potrà ammirare quadri inediti come l’intenso “Autoritratto ” custodito nel Palazzo Reale a Genova ed il disegno che ritrae Gian Lorenzo Bernini, riscoperto nelle raccolte di Palazzo Rosso sempre a Genova.
Tra gli altri è il “Ritratto del card. Alfonso Litta”, realizzato intorno al 1666, una serie di bozzetti e dipinti a soggetto sacro tra cui spicca un inedito “Noli me tangere ”, appartenuto al card. Negrone, committente del Baciccio, trasformatosi in seguito in suo acerrimo nemico. Dunque una mostra non di grandi dimensioni, ma ricca di contenuti, specialmente per i risultati raggiunti nel campo della ricerca storico-artistica. L’esposizione, curata da Maurizio Fagiolo dell’Arco, che ha donato la sua ricca ed importante collezione a Palazzo Chigi, e da Francesco Petrucci, vuole essere un omaggio ad uno dei più grandi studiosi del Baciccio, Beatrice Canestro Chiovenda, che proprio in questo mese festeggia un secolo di vita. Tra l’altro, nel catalogo edito da Skira viene presentata la bibliografia completa della studiosa. Infine, a partire dall’8 aprile, l’Accademia degli Sfaccendati propone una serie di concerti che avranno luogo nella Sala Maestra del Palazzo, accanto all’esposizione. Ariccia, dopo il restauro di Palazzo Chigi e l’organizzazione di una serie di mostre di notevole interesse, riscopre il suo ruolo di polo d’arte e cultura, ponendosi, dopo Roma, tra le città più attive del Lazio. A pochi chilometri dalla capitale, grazie alle numerose iniziative e alla bellezza del centro storico, è senza dubbio un luogo da visitare e riscoprire.
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Ariccia (Roma), Palazzo Chigi. Piazza di Corte, 14.
Fino al 27.V.2001.
Orario: 10-19 tutti i giorni, chiuso lunedì.
Biglietti: Lire 12.000, ridotto Lire 8.000. Visite guidate della mostra e del parco su prenotazione.
Info: tel. 06/9330053.
Catalogo della mostra in vendita a Lire 50.000.[exibart]
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Grazie a tutti gli studiosi che ci hanno fatto "scoprire" il Baciccio, grazie a chi ha restaurato alla perfezione Palazzo Chigi, e a Maurizio Fagiolo per la sua generositĂ . Come sempre in Italia, le persone che fanno il bene del paese non sono riconosciute. Spero di riuscire a venire quanto prima ad Ariccia
mi chiedevo proprio come mai ad Ariccia non allestissero piu niente. BRAVI
Grazie alla mostra e al catalogo del Baciccio abbiamo avuto l'occasione di approfondire la scarsa conoscenza di questo grandissimo pittore che rappresenta la piena maturitĂ del barocco romano, e soprattutto la ripresa del neocorreggismo che nel Seicento ha dilagato in molte scuole pittoriche italiane. Grazie a tutti coloro che hanno permesso tutto questo