Paolo Canevari (Roma, 1963; vive a New York e Roma) sceglie il topo per rappresentare l’Asia, il coniglio per l’Australia, il maiale per l’Africa e il gatto per l’Europa. Quel cane nero, invece, è legato all’America. Nel grande disegno a grafite su carta che occupa la parete principale dello Studio Stefania Miscetti sarà una catena con anelli particolarmente grandi a tenere unito l’animale al continente. Alle altre pareti il gatto guarda il topo e viceversa. È questa galleria che ha segnato l’esordio dell’artista romano, nel 1991, con Camera d’aria, seguita da altre due personali tra il ’93 e il ’94.
Per Continenti -tappa di un percorso particolarmente intenso di Canevari, tra i pochi italiani invitati alla 52. Biennale di Venezia, e con una personale in corso al Macro- l’artista presenta un video a colori (girato a Belgrado nel 2005 in 16 mm e successivamente trasferito in digitale) e una serie di disegni a grafite su carta. “L’idea dei continenti nasce dai cinque anelli olimpici”, spiega l’artista, “che nel video raffiguro con cinque pneumatici. Del resto questo materiale che uso abitualmente implica l’idea di un viaggio, dell’attraversamento di confini. Dall’altra si riferiscono ad una ripartizione del mondo politico. Nell’era moderna i confini non sono più quelli naturali, ma quelli tracciati attraverso guerre, scontri, decisioni altrui, spesso tracciati con riga e squadra senza tener presente altri fattori”.
Lo spunto di associare i continenti agli animali viene da La fattoria degli animali di George Orwell e, più in generale, dalle fiabe per bambini, dove gli animali vengono “umanizzati”. Simbologie che, pur lasciando spazio alle interpretazioni di chi guarda, rimandano inevitabilmente a riferimenti storici e culturali.
“Ho scelto di affiancare ironicamente il maiale all’Africa, perché nelle caricature spesso è simbolo del capitalismo. Invece il coniglio -che rappresenta l’Australia- in realtà non è un animale autoctono, ma è stato introdotto in Australia intorno alla metà dell’Ottocento con la colonizzazione britannica, diventando tra l’altro uno dei principali problemi -una vera e propria piaga- rispetto alla natura e alle coltivazioni, perché mangia qualsiasi cosa distruggendo interi raccolti. Il cane, invece, é il compagno fedele del padrone, ma è anche quello che -legato- controlla sempre la situazione.”. Elemento che accomuna questi animali è la loro riconoscibilità. “Si trovano in ogni parte di mondo, con la stessa facilità con cui si possono trovare i copertoni delle automobili. ”.
Nel suo iter artistico, Canevari ha sperimentato vari materiali, dai giornali ai fumetti, al disegno su vetro, alle camere d’aria, ma lo pneumatico è rimasto la costante: ci lavora con facilità e ispirazione. “ È un materiale che ho scelto perché, in un certo senso, era la summa del passaggio dalla società primitiva a quella moderna, che è segnato appunto dalla ruota. Il passaggio dello pneumatico è l’essenza, poi, di una società industriale che è ormai in declino, riconosciuta come fallimentare.”. L’altro linguaggio ricorrente è il disegno; in mostra ci sono anche disegni a grafite che raffigurano oggetti e luoghi (il Colosseo, una Vespa, la pistola, un teschio…) lambiti dalle fiamme. Il tratto, piuttosto tradizionale, è frutto di una formazione accademica inizialmente rifiutata a favore di una rappresentazione automatica di sapore surrealista (“erano una sorta di scarabocchi in cui cercavo di tirar fuori quello che l’inconscio suggeriva”). Un segno che si è evoluto poi trasformando la massa indistinta in chiaroscuro. “Amo il disegno perché è qualcosa di molto effimero”, afferma Canevari-, “portato poi su una grande dimensione se ne amplifica il senso, il significato. Si sottolinea la sua fragilità.”.
manuela de leonardis
mostra visitata il 29 maggio 2007
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Non stupitevi ma quanto è bello esser l'omo dell'abramovic!!!!
paolo canevari è un grande artista . La sua poetica e una poetica di questa città, lungimirante e altruista, ROMA. E Fellini, la Morante, Pasolini.Ma non solo, è anche contenporaneità.
Saluto chi ha avuto vicino, una gallerista con una visione anomala e non provinciale, inusuale, genuina, riscopritrice di talenti non solo italiani, anzi. Il risultato è quello che si raccoglie oggi. Quello che raccoglie lei, quello che raccoglie lui.
Forze solo adesso questo grande movimento "romano" di apertura di spazzi, nuove gallerie, ec, ec sta dando frutti:
Il video di paolo Canevari alla Biennale, davvero emozionante.
Lunga vita!! Io sono con lui, io sono con lei, BRAVI!!
Canevari....., ma mi faccia il piacere. Raccomandato de fero!!!! Come si dice a Roma
Commento inutile e volgare.
Giusto!
Ma quant'è bello esse la nipote di Canevari!!!!
vai Ziu!