Coerentemente all’impostazione curatoriale che
caratterizza l’attività espositiva di Mondo Bizzarro, la linea cioè cosiddetta
pop-surrealista, nata negli anni ’70 e più che mai prolifica, è ora il turno di
un interessante artista canadese d’adozione.
La mostra di
Ray Caesar (Londra, 1958; vive a Toronto)
presenta una ricca selezione di lavori giĂ noti e alcuni piĂą recenti, in un
universo popolato da creature ibride, esseri femminili, metĂ donna e metĂ
animale, dall’identità misteriosa. Le immagini, elaborate attraverso un
programma di disegno e animazione 3d, Maya, e stampate su lastra o su carta,
sono finemente dettagliate.
Le scenografie e gli ambienti, ma anche i corpi e i volti,
sono delineati con nitore sorprendente, al punto da render visibili e quasi
palpabili financo i pori della pelle;
catturano lo sguardo la miriade di
particolari, dagli abiti agli accessori agli oggetti piĂą disparati, che
l’artista sembra volutamente disporre come elementi visivi ma nascosti, quasi
invisibili.
Nato come disegnatore e architetto, Caesar è diventato
artista in seguito a una tragica esperienza personale. Come ha raccontato in
alcune interviste, a seguito della morte ravvicinata della madre e della
sorella ha cominciato a esser proiettato in strani sogni, incubi o, come li definisce
egli stesso, “
visitations”.
Dare forma a queste esperienze sovrannaturali, a esseri e
mondi onirici, è stata dunque un’urgenza espressiva ineluttabile, che Caesar
commenta così: “
sono semplicemente cose che devo fare prima di morire,
altrimenti i sogni ricominciano… E sono stanco di dormire sotto il letto!”.Un altro elemento autobiografico determinante è stato il
lavoro svolto per molti anni presso il dipartimento di arte medica
dell’ospedale pediatrico di Toronto, dalla cui esperienza ha origine l’immaginario
di questi lavori. Protagoniste sono infatti perlopiĂą figure femminili molto
giovani, bambine inquietanti e suadenti, i
l cui corpo sembra fatto di luce,
eteree, trasognate e abbigliate in maniera sontuosa.
L’insieme di questi lavori ha fatto emergere la
definizione critica di “manierismo tecnologico”, che appare appropriata per
denotare i vertici della ricerca formale a cui si è innalzata l’arte, di Caesar
in particolare ma non solo, attraverso l’impiego degli strumenti informatici
applicati alla creazione di immagini.
Ciò che muove l’artista a progredire nel proprio lavoro
non è però una tensione al bello fine a se stessa, ma rispecchia una mentalitĂ
piĂą ampia, un approccio al mondo originale e intelligente, che sceglie di
vivere e interpretare la realtĂ con ironia e senso del gioco.
“Che sia su un computer o sul muro di una grotta,
creare immagini è sempre una forma di comunicazione, che permette all’artista
di esprimere il proprio amore, il proprio senso della bellezza, della passione
o della rabbia”.
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Come cacchio fa questa persona a fare per 10 anni le stesse c****e?