L’arte di Keith Haring è divenuta in questi anni un vero e proprio fenomeno di massa. Il suo linguaggio visivo simbolico ed essenziale ha infatti la capacità di elevarsi a idioma universale, coinvolgendo i gruppi sociali più disparati. L’ormai celeberrimo “bambino raggiante” invade le gallerie e i musei, ma anche i muri delle città, le t-shirt e le tazze per la prima colazione. D’altra parte l’onnipresente merchandising museale ci ha abituati a sopportare la vista di oggetti improbabili come foulard di Mondrian e fermacapelli di Renoir, ma il caso di Haring è differente.
L’artista stesso, durante la sua vita,ha realizzato e incoraggiato l’espansione della sua opera nei contesti più diversi, secondo una visione sociale e ‘democratica’ dell’attività artistica.
Fare un’arte per tutti è un obiettivo costante dell’attività di Haring, dai suoi esordi fino alla sua prematura scomparsa, avvenuta per Aids nel 1990. Sin dai tempi in cui riempiva di immagini semplici e ironiche i pannelli pubblicitari inutilizzati della metropolitana newyorkese, e successivamente, attraverso i suoi numerosi impegni pubblici, commerciali e filantropici, risulta evidente il tentativo continuo di allargare il suo raggio d’azione al di là delle sedi artistiche istituzionali.
La mostra aperta il 6 dicembre a Roma è un ampliamento di quella tenutasi l’anno scorso al Musèe Maillol di Parigi e ha debuttato nel dicembre 1999 in Palazzo Lanfranchi a Pisa. Per giungere a questa ampia selezione di opere, il curatore Gianni Mercurio ha richiesto e ottenuto l’appoggio di numerose gallerie, musei e collezionisti e della stessa Fondazione Keith Haring.
Dal 5 gennaio l’esposizione uscirà dagli angusti spazi del Chiostro del Bramante ed invaderà la città con una serie di 8 grandi sculture (tra i cinque e i sei metri di altezza) che verranno posizionate in altrettante piazze ‘storiche’.
Pur essendo un esponente della cosiddetta “Graffiti Art”, fenomeno di spicco dell’arte statunitense degli anni Ottanta, la cifra stilistica di Haring è il risultato di un intreccio complesso di influenze, non esclusivamente riconducibili alla cultura ‘graffitista’. Giunto a New York nel 1978 dalla natia Pennsylvania, l’artista americano è ispirato e affascinato dall’opera dei grandi maestri dell’Informale come Dubuffet e Pollock, dai quali trae l’immediatezza espressiva e l’interesse per il primitivismo. Altra componente essenziale della sua formazione è l’immaginario Pop, vissuto in maniera diretta a contatto con la vita metropolitana e indirettamente attraverso l’insegnamento di Warhol, con cui fu a lungo in contatto.
Il suo stile risulta quindi da un incontro tra il più moderno senso della comunicazione massmediologica e il richiamo a modelli e immagini dell’iconografia dei popoli ‘primitivi’: aztechi,maya, aborigeni e africani. Anche i temi affrontati sono di carattere universale: sesso, gioia di vivere, razzismo, religione.
L’arte di Haring è un’arte veloce, che si avvale del potere dell’improvvisazione creativa senza schemi;un’arte che si estende su ogni superficie e la attiva con il suo segno netto e senza indecisioni, aiutata dall’energia bruta dei colori primari.
Un’arte fatta in fretta e consumata ancora più in fretta, testimonianza di una precoce intuizione dell’attitudine frenetica e accelerata tipica della società postmoderna, come l’artista stesso sostiene:
“La tecnologia si muove forse a un passo più rapido di quello che riusciamo a tenere. Elaboro le informazioni recepite, le incanalo nella mia immaginazione e le rimetto nel mondo. Cerco di trovare nuovi modi per farlo e di allargare la definizione di ‘artista’.”
informazione sulle installazioni di Haring nelle Piazze di Roma
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link correlati
<a href="http://www.chiostrodelbramante.it" target="www.chiostrodelbramante.it
>www.chiostrodelbramante.it
www.haring.com
valentina tanni
mostra vista il 10.XII.2000
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bravo ragazzo, bravo!
bell'articolo
si capisce che chi l'ha scritto la mostra (bella) l'ha vista....non come qualcun altro che scrive di cose che non ha mai visto...meditate gente, meditate....
bella la mostra!Il chiostro del Bramante non delude mai e Haring è colorato essenziale triste felice enigmatico semplice....è vero
Mha diciamo che è vero. Al chiostro del bramante le mostre non sono mica male...pero'...pero' secondo me le sale, insomma gli ambienti, non sono all'altezza...
Questa mostra l'ho vista e ho visto anche quella su Roy Lichtenstein....ebbene specie in questa si tratta di grandi opere, grandissimi formati che in questi ambienti li vedo un po sacrificati...che dici?
Cara Jennifer,
purtroppo, nonostante avessi preventivamente telefonato ed avvertito, l'uff. stampa della mostra non è stato in grado di farmi avere non solo l'accredito per entrare alla mostra, ma nemmeno la cartella stampa. E' stato dunque già impegnativo reperire i dati che ho riportato.
Io credo che con una telefonata al numero che ho riportato puoi chiedere informazioni riguardo all'ingresso per comitive.
Se andrai alla mostra poi facci sapere, sempre con questo strumento, le tue impressioni.
Auguri
ero interessata a portare un gruppo di ragazzi....tra i sedici ed i diciotto anni..c'è qualche agevolazione per comitive???
La Fondazione per cui lavoro si occupa di ragazzi in stato di disagio, e organizza per loro corsi tra i quali pittura, fotografia, modellismo, stencil, disegno etc.
Grazie per l'attenzione,in attesa di risposta invio cordiali saluti.
Interessante e divertente.