Dialettica dello spazio e della memoria intorno all’archeologia industriale. Dall’ex-pastificio Cerere, nel quartiere di S. Lorenzo, che vide crescere Piero Pizzi Cannella (Rocca di Papa, Roma, 1955) in un “gruppo-non gruppo” deciso a sconvolgere i linguaggi più innovativi del panorama italiano degli anni Ottanta, all’ ex-mattatoio, trasformato per l’occasione in una grande cattedrale laica. Tre navate che malgrado l’intensa e impattante visione d’insieme, non riescono a stabilire un rapporto equilibrato con le grandi tele, insistendo fin troppo su quell’atmosfera poetica, romantica e metafisica che l’artista evoca.
Risulta interessante notare come dopo la mostra del francese Boltanski, il MACRO abbia puntato di nuovo su un artista romano, dopo Carla Accardi, Gianni Dessì e Nunzio, dando spazio a nomi che ormai affermati a livello internazionale, ma che spesso non giungono a diventare protagonisti negli spazi pubblici locali.
Nella mostra di Pizzi Cannella, la video-installazione Con chi parlo o la fabbrica dei pennelli, in cui l’artista parla con sé stesso al telefono, fa da intro, invitando ad entrare in un’atmosfera mistica e sorprendente, composta da dodici enormi Cattedrali -tecnica mista su tela- una per ogni mese dell’anno, destinate alle
Pizzi Cannella, attraverso una pittura lieve, asciutta ed evocativa, in cui predomina il marrone appannato, costruisce strutture appena abbozzate, come malinconiche presenze nella nebbia che si sovrappongono e si riproducono in ritmi reiteranti. Una realtà aniconica di macchie faticosamente definite dal gocciolare del nero, che subito dopo viene utilizzato per cancellare qualsiasi possibilità di nitidezza, aiutandosi con la spatola per dare spessore ai pigmenti, per dilatare la materia dirigendo lo sguardo dell’osservatore.
Così queste narrazioni esistenziali, queste immagini di luce precaria, trascendono il proprio significato spirituale trasformandosi in un’evocazione metaforica che spinge il pensiero a deambulare attraverso i suoi stati d’animo e le sue emozioni. Lasciandolo andare, senza alcuna guida razionale che lo controlli.
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Bravo Piero!!!
Ma che ci fai nella DEPART???????