Nessun drastico intervento strutturale per questa personale di Vettor Pisani (Ischia, Napoli 1934), piuttosto un contenitore elaborato e sentito secondo le necessità di una rappresentazione carica di riferimenti simbolici. Lady Madonna è, intanto, l’evocazione antropologica di una religiosità rituale e collettiva: primo livello di lettura. È poi, una sorta di indagine filosofico-artistica sulla figura della Madonna, della materia, del tema religioso-teologico in rapporto alla politica, all’occultismo, ai fondamentalismi.
L’artista si pone anche come testimone di un particolare momento storico -tra gli anni ’60 e ‘70- in cui l’ambiente artistico romano, da sempre peraltro interessato alla problematica dell’essere e del sentire il sacro, approfondiva l’argomento. Accanto alle sue opere i lavori di Gino De Dominicis (1947-1998) e Carmelo Bene (1937-2002), legati tra loro da una profonda amicizia e da una condivisione di contenuti filosofici e spirituali dell’arte, della cultura, del teatro. “Questi tre artisti che furono molto amici, e lavorarono insieme a queste ricerche, lasciarono delle opere”, racconta l’artista parlando in terza persona. “Io, che sono l’unico sopravvissuto, sono un po’ il custode di questi materiali che per anni sono stati dimenticati. Ad esempio Dino De Domicis fece la ‘Madonna che ride’ che poi distrusse, ma di cui si sono conservate altre copie. Erano sculture che facemmo insieme, a quattro mani. Ci sono anche fotografie del teatro e del cinema di Carmelo Bene, sempre sul tema della Madonna, come ‘Nostra Signora dei Turchi’. È una mostra anche di curiosità, perché riguarda le cose nascoste, segrete. In quegli anni praticavamo lo spiritismo, esercizi di comunicazione con l’aldilà e ricerche sul magnetismo umano e animale.”
Una mostra, quindi, che si pone anche come rivelazione di un segreto, sempre a portata di mano, che gioca tra il visibile e il non visibile. Il tutto, naturalmente, affrontato con quella leggerezza, quell’ironia, che da sempre caratterizza l’opera di Pisani.
“Quando si parla di mistero, di esoterismo, di segreto iniziatico, si parla in forma di divertimento, per cui conserva questa tradizione del divertissement, del gioco, componente dell’arte moderna, basti pensare al Dada o al Surrealismo. Di Max Ernst esiste, ad esempio, la ‘Madonna che sculaccia Gesù’… Sono tematiche della nostra cultura che affondano le radici nella Sfinge, nei misteri di Iside, per raggiungere le attuali ricerche sulla quarta dimensione”.
Negli ambienti di Volume! sono diverse le versioni statuarie di colei che rappresenta la materia in senso teologico, Maria vergine e madre, con il suo manto drappeggiato, con o senza angeli dorati e bambinelli, ma con un corollario di elementi insoliti: rose blu e spade, topolini bianchi che si agitano nella gabbia di vetro, oppure una finta torta di saponette di cera a forma di cuore. Immagini che citano la Controriforma, evocano enigmi e misteri o magari guardano alla poesia e alla letteratura, come sui muri di una nicchia su cui sono riportate frasi della Yorcenaur, Pessoa, Baudelaire o di Holderling che scrive, Ed è necessario interrogare il cielo… appeso come una reliquia anche il volume Occultismo e filosofia di Schopenhauer.
manuela de leonardis
mostra visitata il 28 febbraio 2006
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