Fino al 28 giugno, gli spazi di The Gallery Apart tornano a cambiare volto, sapendo sperimentare esperienze sempre nuove.
Dopo la sua ultima esperienza nell’edizione 2014 di Nuova Gestione – progetto di riqualificazione urbana attraverso l’arte, quest’anno nella cornice di Casal Bertone, Matteo Nasini torna in mostra, stavolta nell’ambito del progetto Ermes, promosso da Ilaria Leoni e che vedrà l’interazione e il confronto tra artisti italiani e internazionali tra le città di Roma e Vienna.
Temi prediletti dell’artista sono il suono e il disegno, entrambi presenti in questo nuovo insieme di lavori che si distanziano parzialmente dall’esperienza musicale per riflettere sulle declinazioni e le evoluzioni del tratto. Nella nuova serie racchiusa sotto il titolo di The Sleepy Night, l’artista trasforma i suoi bozzetti – raccolti sin da giovane su diversi taccuini – in grandi sculture/installazioni realizzate in lana. Dalle forme più semplici di Movimento #1, Movimento #2 e Movimento #3, nei quali la materia si ripiega su se stessa acquisendo forme sempre nuove, per le altre opere si tratta di veri e propri arazzi tridimensionali dai colori sgargianti, che sembrano prendere spunto dall’album da disegno di un bambino. In The Sleepy Night, installazione che sovrasta lo spazio all’ingresso, un tappeto di stelle marine sembra immergere lo spazio nel manto dell’acqua in una dimensione del tutto fiabesca, la stessa che si ritrova nel cavallo fatato del Piango Rosa, che sembra uscito da un libro di favole per bambini. Alla finestra del lucernario si appende Le cose non crescono al buio, un enorme pungi ball fatto di frammenti colorati, frammenti di sogni e di immaginazione. «Ho creato Le cose non crescono al buio pensando al canto romano antico, impianto di musica contaminata da esperienze diverse racchiuse in un unico genere», racconta l’artista in un’intervista. «È come se fosse una grande figura che rigurgita dalla testa tutto il paesaggio che la genera». Ancora una volta l’impianto musicale trova una traduzione, stavolta sposandosi con la dimensione del disegno trasportata nella tessitura.
Seppur momentaneamente lontano dalle sue ultime installazioni sonore, Nasini torna sulla dimensione della sonorità accompagnata da quella del paesaggio ricorrono nelle immagini fotografiche Alpi Apuane, Land e Prato lucano. Qual è il suono del silenzio? Qual è il suono di un’elica spezzata? Quale quello della desolazione, di un paesaggio immobile e, apparentemente, silenzioso bloccato in un tempo sospeso? Quella che l’artista definisce “musica eolica”, suono impercettibile e «frequenza non udibile che è alla base del processo del dejà vu» ritornano sul retaggio culturale di Nasini, contrabbassista con esperienza decennale che vanta la presenza nell’orchestra diretta da Riccardo Muti e ultime sperimentazioni in musica elettronica.
Nella dimensione spaziale Matteo Nasini ricostruisce una dimensione infantile – nel senso più nobile del termine – una dimensione spontanea e sospesa rispetto alla realtà. Qual è il principio delle cose? Dov’è che queste prendono il loro avvio, dov’è che nascono? Questi sembrano gli interrogativi che l’artista si pone, lasciando lo spettatore in balìa di una dimensione simile al sogno, in cui non si recupera quella dimensione delicata e bellissima del non sentirsi ancora svegli.
Alessandra Caldarelli
mostra visitata il 22 maggio 2014
dal 22 maggio al 28 giugno 2014
Sleepy Night
Matteo Nasini
The Gallery Apart
Via Francesco Negri, 43 – Roma
Orari: martedì – sabato 15.00 – 19.00 e su appuntamento