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21
gennaio 2010
fino al 29.I.2010 Daniela De Lorenzo Roma, La Nuova Pesa
roma
Video e sculture con lo stesso soggetto: il corpo umano. Dettagli e frammenti decontestualizzati e posti in una condizione di sospensione. La stessa che si dà nel gioco degli scacchi...
È proprio dagli scacchi che Daniela De Lorenzo (Firenze, 1959) attinge il titolo
della sua nuova personale. Ed è proprio dalla condizione di sospensione prima
della mossa successiva (Checkmate) che prende avvio la sua riflessione artistica, al cui
centro pone l’analisi dell’anatomia del corpo umano, condotta quasi come
un’autopsia. Ora le mani, ora il volto, ora il torso o un braccio sono,
infatti, i principali soggetti (e anche il forzato trait d’union) dei lavori esposti.
Aiutanti, il video in b/n da cui prende avvio il percorso, è un
blow up sull’ombra di “due mani”. Complicato da descrivere, suggestivo da
vedere, il filmato sembra proporre l’incantevole gioco delle ombre cinesi. Le
ombre delle dita si muovono sempre più velocemente, come un rapido frullo d’ali;
contemporaneamente le sagome assumono, in maniera graduale, l’aspetto
realistico di una mano e il fruscio, che evocava il battito, è l’effetto
acustico del gesto del palmo che liscia il muro della parete.
Quella mano sembra acquistare corporeità e tridimensionalità
in Pantomima
(2008-09), la scultura sistemata nella stanza successiva. Sezione anatomica di
un braccio con scapola e parte del collo, è realizzata in feltro dal tipico
colore rosso sangria. Nuance che vuole ricordare – come l’artista stessa
precisa – il colore del fegato, un organo che, nella letteratura classica, è
stato investito di grande significato, perché sede della rabbia e del coraggio.
Attraverso una sovrapposizione di frame di dettagli d’un
volto, di una spalla e di un collo femminile, De Lorenzo ottiene D’altro
canto (2008), un
video in cui le stratificazioni delle immagini creano, in alcuni momenti,
inquietanti deformazioni. Come, a lungo andare, è inquietante il motivetto di
sottofondo ciclicamente fischiettato. La stratificazione è anche la tecnica con
la quale l’artista realizza Senza titolo, i due feltri rettangolari appesi nella terza
stanza. Entrambi col calco di una schiena, è la muscolatura che permette la
distinzione di genere.
Opere che, viste nel loro insieme, sembrano descrivere un
percorso su un corpo: dapprima le mani, poi il braccio, il volto, dopo la
schiena di un uomo e di una donna, e infine due corpi nella loro interezza,
stante (Cura la tua destra, 2005) e accovacciato su una sedia (A parte, 2007), dati però nella loro
essenzialità, come un involucro, come pelle lasciata dopo una sorta di muta.
della sua nuova personale. Ed è proprio dalla condizione di sospensione prima
della mossa successiva (Checkmate) che prende avvio la sua riflessione artistica, al cui
centro pone l’analisi dell’anatomia del corpo umano, condotta quasi come
un’autopsia. Ora le mani, ora il volto, ora il torso o un braccio sono,
infatti, i principali soggetti (e anche il forzato trait d’union) dei lavori esposti.
Aiutanti, il video in b/n da cui prende avvio il percorso, è un
blow up sull’ombra di “due mani”. Complicato da descrivere, suggestivo da
vedere, il filmato sembra proporre l’incantevole gioco delle ombre cinesi. Le
ombre delle dita si muovono sempre più velocemente, come un rapido frullo d’ali;
contemporaneamente le sagome assumono, in maniera graduale, l’aspetto
realistico di una mano e il fruscio, che evocava il battito, è l’effetto
acustico del gesto del palmo che liscia il muro della parete.
Quella mano sembra acquistare corporeità e tridimensionalità
in Pantomima
(2008-09), la scultura sistemata nella stanza successiva. Sezione anatomica di
un braccio con scapola e parte del collo, è realizzata in feltro dal tipico
colore rosso sangria. Nuance che vuole ricordare – come l’artista stessa
precisa – il colore del fegato, un organo che, nella letteratura classica, è
stato investito di grande significato, perché sede della rabbia e del coraggio.
Attraverso una sovrapposizione di frame di dettagli d’un
volto, di una spalla e di un collo femminile, De Lorenzo ottiene D’altro
canto (2008), un
video in cui le stratificazioni delle immagini creano, in alcuni momenti,
inquietanti deformazioni. Come, a lungo andare, è inquietante il motivetto di
sottofondo ciclicamente fischiettato. La stratificazione è anche la tecnica con
la quale l’artista realizza Senza titolo, i due feltri rettangolari appesi nella terza
stanza. Entrambi col calco di una schiena, è la muscolatura che permette la
distinzione di genere.
Opere che, viste nel loro insieme, sembrano descrivere un
percorso su un corpo: dapprima le mani, poi il braccio, il volto, dopo la
schiena di un uomo e di una donna, e infine due corpi nella loro interezza,
stante (Cura la tua destra, 2005) e accovacciato su una sedia (A parte, 2007), dati però nella loro
essenzialità, come un involucro, come pelle lasciata dopo una sorta di muta.
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mostra visitata l’8 gennaio 2010
dal 10 dicembre 2009 al 29
gennaio 2010
Daniela De Lorenzo – Checkmate
La Nuova Pesa –
Centro per l’arte contemporanea
Via del Corso, 530 (zona Piazza del Popolo) – 00186 Roma
Orario: da lunedì a venerdì ore 10.30-13 e 15.30-19
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel. +39 063610892; fax +39 063222873; nuovapesa@farm.it
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