La pallida stele marconiana, alta e slanciata come il fusto metallico di un’antenna radioelettrica, scruta, con consumata noncuranza, il sottostante traffico stradale che si allunga rumorosamente su via Cristoforo Colombo, solcando senza tregua lo storico quartiere dell’EUR. Fu realizzata da Arturo Dazzi, lo scultore che nell’arco della sua lunga attività ha punteggiato la nostra penisola di numerose opere monumentali e che viene oggi ricordato, a cinquant’anni dalla morte, con una bella mostra allestita nel complesso museale di Villa Torlonia. Una mostra che si articolerà in tre tappe geografiche, nelle tre città che scandirono la sua intensa vita artistica: Roma – quella giolittiana e poi mussoliniana – che lo vide attivissimo protagonista della scena culturale e dove trovò amici importanti e decisivi, come Piacentini, Oppo, Ojetti, Broglio; Carrara dove ebbe i natali nel 1881 e dove, nel 1929, ottenne la cattedra di scultura presso l’Accademia di Belle Arti (incarico che ricoprì fino al 1951), la stessa scuola che, giovinetto, gli diede la prima formazione artistica; Forte dei Marmi – che lo vide avvicinarsi alla pittura: dal paesaggio al ritratto, al nudo, alla natura morta – dove si trasferì nel ’26 e dove artisti e letterati che gli furono amici -come Carrà, Soffici, Malaparte, Papini, Gentile, Pavolini- si recavano a rigenerarsi al calore della natura versiliese e all’ombra lunga delle Alpi Apuane. E dove morì il 16 ottobre 1966.
L’esposizione romana, a cura di Anna Vittoria Laghi, presenta una sessantina di opere tra sculture, gessi, dipinti e disegni, in gran parte provenienti dalla Fondazione Bertelli di Forte dei Marmi. Merita di essere menzionata la qualità tecnica dell’allestimento – segnatamente la disposizione dei punti luce- virtù necessaria, ma spesso disattesa, al pieno godimento di una mostra d’arte. Accanto allo scultore monumentale dal piglio eroico e celebrativo testimoniato dai bozzetti in gesso per la stele marconiana o dalle formelle della Porta di San Pietro, accanto al pittore dalla tavolozza accesa dai colori della Versilia e dai pacati riflessi del marmo apuano, scopriamo un artista che ha lungamente appreso la lezione di Michelangelo e di Donatello filtrata da un nativo gusto neoclassico e che, nel volto sereno di un bimbo che dorme, nel tragico dolore di un cerbiatto morente, nello sguardo teneramente rassegnato di una vecchia signora, è riuscito a infondere un alito di vita che è giunto fino a noi.
Non possiamo concludere senza un riferimento all‘elegante e utilissimo catalogo, redatto a corredo della mostra, con il testo critico di Anna Vittoria Laghi e i contributi di Claudio Casini e di Brigida Mascitti.
Luigi Capano
mostra visitata il 20 novembre
Dal 15 ottobre 2016 al 29 gennaio 2017
Arturo Dazzi,”Arturo Dazzi 1881-1996, Roma- Carrara-Forte dei Marmi”
Musei di Villa Torlonia, Casino dei Principi
Via Nomentana 70, Roma
Orari: da martedì a domenica dalle 9:00 alle 19:00
Info: www.museivillatorlonia.it