Non solo le pareti ma anche il pavimento della galleria si riveste di acrilici squillanti. Affastellati impetuosamente sulle tele che affollano la sala e addirittura sulla moquette. Figurazioni metropolitane che denunciano una matrice più realistica si alternano a disegni più astrattizzanti e giocosi, molto pop, a volte un po’ macabri, ma sempre ironici.
I graffiti dei TVR e di Scarful, apparentemente spontanei ed improvvisati, rivelano ad un’analisi più attenta, una riflessione sull’arte passata che non si traduce in una mera citazione, ma costituisce piuttosto una materia profondamente interiorizzata che riaffiora qua e là in queste tele. Così in Nico ritroviamo gli studi sul movimento compiuti dal Futurismo. Le
Le tele sono spesso affiancate tra loro, creando un effetto di horror vacui che nasconde quasi del tutto il muro. Scarful si avvale invece di una linea più essenziale, giocata in prevalenza sul bianco e nero ma che sorprende quando il quadro diventa addirittura tridimensionale da far pensare alle shaped canvas americane degli anni Sessanta. A ben guardare, non c’è estemporaneità, né omologazione: tutto è frutto di una tecnica veloce sì, ma meditata, un rigore quasi filologico derivato da uno studio sentito e appassionato.
E al centro della sala campeggia
In realtà non si tratta di una semplice mostra, ma di un vero e proprio ambiente, dove lo spettatore dialoga con la teca ma anche con la struttura della galleria, anche soltanto calpestando il tappeto che riporta gli stessi stilemi delle tele.
E’ interessante notare come fenomeni artistici, all’inizio dotati di una notevole carica eversiva, nati per accompagnare l’incessante movimento di treni e metropolitane, coperti dal più severo anonimato, rientrino ora nei ranghi di una statica galleria. Ma questi giovani hanno fatto di più: hanno elaborato un linguaggio personale ed inconfondibile che mira a comunicare con immediatezza. Basta un muro: di strada o di galleria…
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Sito degli artisti: whystyle.com
sito di Scarful
Sito di Pane
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