Otto le opere dell’artista inglese
Richard Long (Bristol, 1945) in mostra da Lorcan O’Neill. A partire dagli anni ‘60 si comincia a parlare di Land Art, nata come esperienza artistica dell’arte concettuale, in cui l’intervento sulla natura è il centro della ricerca di molti artisti, tra cui spicca Richard Long. Dal 1967 in poi diventano note le sue “linee fatte passeggiando”, ossia interventi materiali lungo percorsi tra boschi, prati e montagne, portandolo così a realizzare viaggi-opera in tutto il mondo. Il lavoro consisteva essenzialmente nella testimonianza fotografica o video, data la natura irriproducibile della performance.
Il contesto urbano, come dichiara lo stesso artista, è comunque essenziale, per cui già negli anni ’80 materiali naturali quali rocce e fango vengono usati all’interno di spazi espositivi. Ecco come, anche in quest’occasione, Long trasforma la galleria Lorcan O’Neill come fosse l’ambiente naturale che lo circonda. Come tale, rispettando l’essenza del contesto ambientale che lo ospita, ha realizzato
Tiber Arc (2008), una composizione di pietre di quarzite, tipica pietra italiana dura dalle graduali striature che vanno dal giallo al rosa, adagiate in un angolo dello spazio espositivo,
componendo un semicerchio, un arco che simbolicamente richiama la tradizione storica di Roma. Clamoroso, per la verità, il déjà vu rispetto alla prima mostra di Long da O’Neill, giusto in occasione dell’apertura della galleria anni fa.
Le altre opere riassumono l’esperienza e il percorso dell’artista attraverso grandi pannelli in legno su cui sono stesi fango o caolino. Questa volta, però, Long si spinge oltre, inducendo lo spettatore a confrontarsi con il concetto fisico di gravità, giocando con composizioni speculari e con gli opposti cromatici, lasciando intatta la natura intima delle cose, ma osservandola da più punti di vista.
La grande forza dell’opera di Richard Long è senza dubbio il forte contrasto tra armonia e caos. Nelle sue opere si coglie anche il tratto violento e il fragile rapporto tra gli elementi. Quasi come in una lezione di fisica, è esplicitato uno dei principi cosmici fondamentali. Ogni sistema, infatti, tende al massimo grado di entropia, così i suoi materiali si spandono confusamente sul fondo nero dei grandi pannelli. Le macchie rettangolari sembrano lentamente sfuggire al controllo del tempo, sfumando in altre direzioni. Le circonferenze si dissipano e si rendono imperfette.
Tutti gli elementi che Long utilizza sono simbolicamente sintesi di un processo cosmico in cui l’uomo interviene solo parzialmente (e in genere per degenerazione), in cui tutto segue sinuosamente una linea, che trascina il corso delle cose in una continua trasformazione evolutiva.