Stefano Cagol (Trento, 1969) presenta in questa personale un consistente numero di lavori (video, fotografie e installazioni) che, creando sinergie tra loro, restituiscono il giusto valore alla sua produzione recente.
La prima opera è il video Lies (2004) realizzato per la personale che Cagol ha tenuto a Londra nel gennaio scorso al Project Space Platform . Una bandiera americana senza peso e mossa da un vento “artificiale” assume varie forme, alcune rassicuranti altre minacciose, come delle moderne macchie di Rorschach. La bandiera è un tema caro all’artista trentino, elemento identificativo della difficile realtà attuale internazionale, simbolo di appartenenza e di decadenza al contempo.
Il titolo della mostra Babylon Zoo: evolution revolution è dettato dall’analisi architettonica, urbanistica e sociale che l’artista fa di metropoli contemporanee come Roma, Tokyo e New York, città che ben conosce per avervi soggiornato e che ci restituisce attraverso video (Flying Roma e Tokyospace) e fotografie a colori. Cagol usa il video in modo particolare: frantuma l’immagine in due o più parti e crea un effetto caleidoscopico che trasmette a chi guarda un senso di vertigine, tra attrazione e fuga. Per rendere i suoi filmati più evocativi che documentari, l’artista interviene anche alterando i colori, la velocità e il suono. Nell’ultima sala 72 piccoli leopardi di ceramica bianca e uno di ceramica nera -realizzati a mano- sono sparpagliati sul pavimento, tutti rivolti verso il visitatore. L’installazione è intitolata Giardino Babilonia.
Completano l’opera una grande fotografia a colori di un leopardo di ceramica, classico soprammobile kitsch, e un’altra piccola fotografia in cui i leopardi sono tutti in fila. Il felino dunque come simbolo di naturalità, di istintualità, da opporre ad una tecnologia sempre più invasiva e condizionante. L’installazione continua anche nello spazio esterno della galleria dove un altro piccolo leopardo nero è chiuso in una sorta di gabbia di rete metallica intrecciata da catene luminose: l’animale è imprigionato al pari dell’uomo, rinchiuso nelle grandi metropoli.
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mi spiace, ma con uno come te non e' possibile discutere, nè tantomeno bere un caffè o una birra. E con questo chiudo l'infelice scambio d'idee...
SEMPRE GRANDE NAMELESS, E SEMPRE NAEMLESS, MI RACCOMANDO!!! FAI BENE A IDENTIFICARE IL PERICOLO NELLE MIE SFURIATE... MA IO DICO, NO, PALESATI, FATTI VEDERE, BEVIAMOCI UN CAFFè O UNA BIRRA, NO?
Carissimo rotten mi sembra che la figura dell'invertebrato frustrato ritardato inacidito incolto e maleducato l'abbia fatta miseramente tu con i tuoi commenti scritti nero su bianco e infarciti di invidia biliosa allo stato puro nei confronti di artisti onesti che cercano di lavorare bene in un mondo dell'arte, come il nostro provinciale e autolesionista, dove purtroppo i "casi rotten" si stanno moltiplicando in modo allarmante.
Ti informo che le tue critiche firmate non aiutano ad alzare il livello qualitativo dell'arte in questione, ma solo quello dell'acidità allo stomaco. Per quanto riguarda l'anonimato, il sottoscritto rimane convinto sostenitore di questa possibilita' data da Internet, o la accetti oppure affari tuoi. Firmare non dimostra ormai nulla in una società come la nostra, dove il coraggio di una persona si pesa in questo misero modo. L'anonimato e' un'arma contro ben altri pericoli, che io identifico liberamente nelle tue incontrollate sfuriate.
saluti e senza rancore
n.
e di grazia, nameless, quale sarebbe esattamente il modo in cui una personcina ammodo come te dimostra il suo coraggio da leone nella dure e crudele società contemporanea?
caro chris, mi hai spiazzato...
che lavoro troppo è vero, e accetto l'invito nella "bambagia" volentieri. scrivimi. grazie meg. e nameless, lo sai che in fondo ti voggho bene!
chris lavori troppo, vieni su al nord che ci si diverte un po' nella bambagia meneghina. e lascia tranquillo il buon stefano, che di roba riciclata è piena la biennale, dai!
e poi gli artisti che citi tu sono smontati da quando sono nati, e sempre lo saranno. non c'è alcun bisogno che lo faccia io, e non è questo il senso dei miei commenti. mi dispiace, non è affatto questo.
cara lawson,
se permetti io mi piloto da solo. in quanto al mio tempo, lo impiegherei oltre che costruendo i miei video, "di non chiarissima fama" come dici elegantemente tu, a pilotare un pochino te. se vuoi ti cambio anche l'olio. scrivimi. un bacio appassionato, chris
Caro Christian Caliandro,
non riesci proprio a fermarti nei tuoi commenti...
vuoi assolutamente l'ultima parola...
in una difesa disperata.
Sei tenero e fai un po pena, ma dalle tue parole traspare una reale patologia
Scizofrenica… con spunti di egomania convulsa… e senso di onnippotenza.
Quindi, come sai con le persone malte diventa alquanto difficile dialogare civilmente.
Ma sappi che prima o poi non tutti avranno la pazienza di questo caso.