Nel 2013 si è chiusa la stagione decennale di “Soltanto un quadro al massimo”, un progetto senza grandi pretese ma destinato a diventare un piccolo cult, che vedeva affrontarsi, nel corso di 21 match, un artista tedesco e un artista italiano.
È nel 2003 che il direttore dell’Accademia tedesca di Roma, Joachim Blüher, all’epoca appena arrivato e desideroso di riportare Villa Massimo ai vecchi fasti, e il critico Ludovico Pratesi idearono il progetto. Blüher – Pratesi: potrebbe essere il 22esimo match, cornice agli altri 21. Da un lato il tedesco, desideroso di allestire un ring pugilistico mignon, dopo essere rimasto folgorato dagli spazi extra-small della galleria Pièce Unique di Lucio Amelio e Isy Branchot a Parigi; dall’altro l’italiano che, in qualche modo, vede rinnovarsi nel sodalizio italo-tedesco la tradizione dei Nazareni e di Friedrich Overbeck – autore del noto Italia e Germania – e degli altri infiniti tedeschi in Italia.
Ne uscì un progetto sul lungo periodo, fatto di tenacia e costanza, come solo le menti tedesche possono concepire, di contro alla visionarietà tutta italiana potente e fantasiosa, ma spesso di breve respiro.
Idea semplice, regole facilissime, più facili di quelle del Fight Club: ogni incontro due artisti, uno tedesco, uno italiano, un quadro al massimo (l’omofonia con Villa Massimo fu, come sempre accade per le cose migliori, casuale), uno spazio possibilmente piccolo, e giù botte da orbi (ma bisogna sottolineare che se Blüher considerava ogni incontro un combattimento, Pratesi, da buon italiano diplomatico lo vedeva come dialogo).
Gli incontri tutti di alto livello: da un rude Enzo Cucchi – Georg Baselitz, a un delicato Alfredo Pirri – Gerhard Merz; da uno sfrontato Vittorio Messina – Thomas Schütte, a un enigmatico Nico Vascellari – Christian Pilz. Per non parlare del magico e inafferrabile incontro Gino De Dominicis – Sigmar Polke, su cui già aleggia un’aria di leggenda. E via includendo grandi pesi massimi come Giuseppe Penone, Jannis Kounellis, Giovanni Anselmo, Wolfang Laib, Markus Lüpertz, et cetera et cetera.
A celebrare la conclusione di questo straordinario corso è stato presentato un elegantissimo libro – fuori commercio – che documenta tutti gli incontri avvenuti nel tempo, insieme a rare fotografie delle inaugurazioni e degli artisti.
L’unico rammarico è per la mai realizzata mostra che avrebbe dovuto raccogliere tutte le opere insieme, ma il cui budget è stato impiegato per il rifacimento del muro esterno dell’Accademia: menti pratiche i tedeschi!
Il libro, insieme ai disegni inediti degli artisti (non tutti, ma ci sono Giulio Paolini, Ettore Spalletti, Rebecca Horn, Sean Scully, Rosemarie Trockel, e molti altri), che ormai appartengono alla collezione di Villa Massimo, e alle brochure degli incontri, che sono esposti all’Accademia tedesca fino al 29 maggio, costituiscono l’occasione per farsi una pallida idea di cosa debba essere stato “Soltanto un quadro al massimo”. 21 magnifici incontri di boxe. Anzi, 22. E tutti finiti alla pari.
Mario Finazzi
mostra visitata il 28 aprile
Dal 28 aprile al 29 maggio 2015
Soltanto un quadro al Massimo,
Accademia Tedesca Roma Villa Massimo
Largo di Villa Massimo 1-2
00161 Roma
Info: +39. 06. 44259 -31, info@villamassimo.de